Il sen. Schifani, presidente del Senato, ha chiesto di annullare la elezione del sen. del PDL De Girolamo coinvolto nella vicenda del riciclaggio del denaro della criminalità organizzata e per il quale i magistrati hanno richiesto l’arresto. Senza entrare nel merito delle accuse al De Girolamo, che competono ai magistrati inquirenti,  spiace comunque non essere d’accordo con il presidente Schifani.  Infatti,  riteniamo che più che annullare la  pur controversa elezione di De Girolamo al Senato,  eletto in una delle circoscrizioni estere, quel che conta fare,  e farlo  al più presto,  è modificare la legge elettorale nella direziione di  annullare il voto degli italiani all’estero. Sia chiaro, ciò non suoni come “vilipendio” per gli italiani all’estero ma più semplicemente un ritorno alla normalità. E’ appena il caso di ricordare  che  Albert de  Tocqueville,  nel suo celebre saggio “La Democrazia in America”, pubblicato tra il 1835 e il 1840, da tutti considerata l’opera fondamentale su cui poggia la moderna democrazia partecipativa,  scrisse, sintetizzando,  che in democrazia il diritto di “partecipare” va di pari passo col dovere di condividere i costi. In una parola,  il diritto di voto è direttamente collegato al dovere di contribuire alle spese dello Stato. Questa semplice ed elementare considerazione avrebbe dovuto impedire il varo di una legge che  a chi risiedendo all’estero e  non contribuisce ai costi dello Stato , riconosce però  il diritto di voto, cioè gli riconosce il diritto di scegliere chi deve disporre delle risorse dello Stato cui però egli non partercipa. Non v’è chi non individua in ciò una vera e propria violazione delle regole costituzionali secondo le quali ciascuno deve partecipare nei limiti delle proprie possibilità ai costi dello Stato.  Ciò non significa in alcun modo sminuire i sentimenti di fratellanza e di comunione di Valori con gli italiani residenti all’esteroche possono trovare altri modi per essere rindsaldati e tramandati. Invece si è  vararta a tutti i costi una legge che, è bene ricordarlo, era stata nel secolo scorso uno dei cavalli di battaglia propagandistici del MSI che trasformatasi in Alleanza Nazionale ne sostenne l’approvazione tramite un suo esponente, Temaglia, pomposamente insignito del titolo di Ministro (senza portafogli) per gli Italiani all’estero. Il MSI,  e successivamente AN,  pensava di drenare voti a proprio favore, facendo affidamento sui  sentimenti nazionalistici dei nostri connazionali. Che pur li animano, ma non sono prevalenti su  altri e più concreti interessi. Già nel 2006 fu facile constatare  che il voto, specialmente in Europa,  era stato per la massima parte “gestito” dagli enti di patronato,  diretta espressione delle organizzazioni sindacali cui i nostri connazionali  si rivolgono per la tutela dei loro interessi e che quindi facilenmtne possono essere “contattati”. Ovviamente, le organizzazioni più capillarmente presenti all’estero l’hanno fatta da padrone nella indicazione del voto. E tra queste indicazioni non prevaleva di certo, nel 2006, l’ex MSI-AN.   I risultati, comunque, sono stati deludenti, sia nel 2006 che nel 2008,   anche per il comunque scarso numero di partecipanti, rispetto aI milioni di  aventi diritto al voto,  compresi nelle liste dell’AIRE. Ora, poi,  sia per l’incontrollabile sistema di espressione del voto, sia per la capacità di manomissione da parte addirittura della criminalità organizzata, si ha chiaro il fallimento della legge   ed è sufficiente per andare subito alla modifica della legge elettorale, auspicio che in queste ore sono in tanti a formulare, e tra i tanti il sen. Giovanardi, sottosegretario di Stato, che senza mezzi termini si è espresso in questo senso.