Così rispondeva un giovane che manifestava a Milano  alla vigilia dell’entrata in guerra italiana nel primo conflitto mondiale al conte Crespi che gli chiedeva per chi manifestasse, se  per l’una o per l’altra delle coalizioni in guerra. Lo raccontava con il suo inimitabile umorismo Indro Montanelli nel volume della Storia d’Italia dedicata agli avvenimenti del primo cinquantennio del secolo scorso. Ma da allora ad oggi nulla sembra essere cambiato.  ” O Francia o Spagna, purchè se magna” è  un modo di comportarsi sempre più diffuso nella politica, ma anche nella vita quotidiana, tanto da passare quasi del tutto inosservato e, peggio, neppure deplorato. In alto, come in basso. E’ di poche ore fa la notizia che l’ex radicale Rutelli, uscito dal PD, dopo esserne stato cofondatore (come Fini!)  in quanto segretario della Margherita,  e fondato la “sua” personale Alleanza per l’Italia, non ha presentato liste del suo nuovo partito alle regionali, nè si è arruolato nel partito di Casini, come tuti pensavano che facesse,  ma da buon democristiano di ultimissima generazione,  ha fatto di meglio: nel Lazio  ha candidato un suo uomo, si dice così, nella lista della Polverini ed un altro nel listino della Bonino, con l’impegno di entrambi che,  se eletti, e comunque vada, appunto o la Polverini o la Bonino, daranno vita nel Consiglio Regionale del Lazio al gruppo autonomo del nuovo soggetto politico di Rutelli che quindi senza voti suoi si troverà due eletti che saranno pronti a fare i mercenari,  o per l’una o per l’altra delle due contendenti. Mercenari, appunto. Da Roma a Toritto. A Toritto abbiamo già stigmatizzato la squallida e bassa  operazione  da mercato del pesce che ha visto protagonista il presidente della provincia Schittulli che ha arruolato nel suo pseudo movimento che si “intitola”, novello zorro,  al suo nome ,  mercenari ex aennini che a giugno si arruolarono invece nella lista del sindaco comunista Geronimo, il quale ultimo,  mentre si affanna a sostenere Vendola, non disdegna  di partecipare all’incontro non istituzionale ma meramente  elettorale di Schittuli che invece dovrebbe votare per Palese. Il che francamente  la dice lunga sulla cosiddetta moralità della politica del nuovo secolo. La reazione del PDL di Toritto, come è noto,  è stata  forte ed immediata e sta raccogliendo  ampia solidarietà in tutto il partito, ovunque,   contro un modo di far politica di cui il sig. Schittulli e i suoi portaborse, generali  e comparse compresi,  dovrebbero vegognarsi. Ma il caso degli ex aennini non è l’unico. Venerdì sera, tra i tanti che al Teatro Tenda  erano convenuti per salutare il candidato presidente del PDL Rocco Palese, chi c’era?  C’erano  anche alcune  “pie donne “ di Toritto ,  quelle che  da anni passano da una capo all’altro dello schieramento politico senza alcuna remora, quelle che alle ultime elezioni amministrative facevano le fusa al partito del “caro Nino” ricevendone in cambio gratifiche e denari.  A distanza di pochi mesi eccole a battere le mani (pagate? da chi? ) al candidato di un altro partito e di un altro schieramento. Remore’? E perchè averne visto,  che la politica è sempre più, per dirla con l’indimenticato on. Formica, “sangue e merda”? E poi c’è il caso di un personaggio barzelletistico che da un pò di anni calca la scena della politica locale.  E’ quello che,  forse per tentare di trovar moglie,  indossa la sua ruvida divisa di guardia carceraria per partecipare alle sfilate del 4 Novembre.  Il nostro eroe, transitato  alle elezioni amministrative  nell’Italia dei Valori, è  divenuto l’alfiere locale della candidatura alle regionali dell’ex popolare, ex fozanovista, ex pieddino  Giacomino Olivieri la cui faccia è da mesi che compare sulle plance pubblicitarie del paese, a cura (ma non a spese) di Geronimo Filippo. Ebbene, proprio Geronimo Filippo risulta essere candidato a sua volta alle regionali,  ma non nell’Italia dei Valori, bensì nell’UDC che non è solo un altro partito, è anche un altro schieramento, quello della Poli Bortone. “Ma gli avversari, avvertono dall’Italia dei Valori, non facciano speculazioni. Filippo non diserterà la trincea di Di Pietro ma si batterà  con maggior vigore grazie ai 30 giorni di licenza cui ha diritto in quanto candididato anche se nell’UDC”. Insomma, una cosa che ancora non si era vista! Geronimo  Filippo,  si è candidato in un partito diverso dal suo  per avere la licenza che gli permetterà di lavorare  elettoralmente per il suo  partito. A dir poco macchiavellico. O, più probabile,  roba da macchietta d’avanspettacolo. E  comunque, al di là di ogni valutazione morale la cui definizione sfugge alla pur vasta gamma di aggettivi che potrebbero essere consoni a “valutare” quanto sopra, una cosa viene più che naturale domandarsi: ma è così che i partiti scelgono i candidati, non solo l’UDC ma anche gli altri? E’ il caso di dire che stavamo meglio quando si pensava di stare peggio! Così è,  se vi pare!