Via libera dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, alle norme sul legittimo impedimento, che terranno il presidente del Consiglio lontano dalle aule giudiziarie per i prossimi 18 mesi. Secondo quanto si è appreso da ambienti vicini al Quirinale, la firma del presidente della Repubblica è arrivata in vista dell’”apprezzabile interesse” ad assicurare “il sereno svolgimento di rilevanti funzioni” istituzionali, interesse “che può essere tutelato in armonia con i principi fondamentali di diritto”.

Insomma, il legittimo impedimento è stato visto dal Presidente Napolitano  come l’inizio di una leale collaborazione tra politica e giustizia.

Nel dettaglio, quella promulgata oggi è una ‘legge ponte’, pensata per arrivare all’approvazione di una modifica costituzionale che porti al ripristino del cosiddetto lodo Alfano, ossia lo ’scudo’ per le quattro più alte cariche dello Stato, o la reintroduzione dell’immunità parlamentare. Insomma, una ‘leggina’, scritta per garantire “il sereno svolgimento” delle attivita’ di governo, con un carattere di legge-ponte. Le disposizioni, in pratica, consentono agli esponenti del governo (esclusi i sottosegretari) di ‘congelare’ i processi per un periodo di sei mesi continuativi, che potranno essere prolungati, di rinvio in rinvio, fino a un massimo di circa un anno e mezzo (i 18 mesi), sempre per ‘motivi istituzionali’. La sospensione vale solo quando premier e ministri sono imputati. Ma mentre veniva diffusa la notizia della firma della legge da parte del Capo dello Stato, due PM miulanesi ta tempo impegnati sul fronte della “guerra” a Berlusconi  hanno già reso noto di aver impuganto la legge, votata dal Parlamento e firmata dal Capo dello Staro, dinanzi alla Corte Costituzionale eccependo la costituzionalità della norma. Insomma siamo alle solite:  il Parlamento legifera e i Pm tentando di vanificarne il potere che deriva dal Popolo. A quando la riforma della Giustizia?