PER UN FINI CHE SE NE VA, UN CASINI CHE RITORNA?
Pubblicato il 10 maggio, 2010 in Politica | Nessun commento »
Ieri l ‘on. Casini, nella trasmissione televisiva di RAI 3 della signora Annunziata ha buttato quasi per caso due battute: una con cui lanciava l’idea di un governo di salute pubblica e l’altra con cui all’on. Bersani, che ha messo da parte l’ipotesi di una apertura del PD all’UDC , ha sibilato: resterà (il PD) all’opposizione per altri 30 anni. Prese per proprio conto, ciascuna battuta può leggersi come meglio piace ma se quella sul governo di salute pubblica appare ed è per davvero una battuta senza possibnilità di dietrologie di sorta, l’altra, appare ed è non tanto una minaccia quanto una constatazione di un fatto che è “nei fatti”. V’è poi da annotare che i risultati elettorali di marzo, con la cocente sconfitta del Piemonte dove il centrodestra ha vinto nonostante l’appoggio dell’UDC al centrosinistra e la vittoria del centrodestra nel Lazio e in Campania, hanno ridimensionato notevolmente le aspirazioni e i sogni di Casini sulla possibilità di un terzo polo capace di scardinare il radicamento sul territorio del PDL da una parte e del PD dall’altra. Infine e non da ultimo ci sono le profferte di Casini sia di sostenere la politica del governo di aiuto alla Grecia, sia di discutere nel merito i decreti attuativi del federalismo fiscale. Ve n’è abbastanza per non ipotizzare una marcia di riavvicinamento di Casini al centrodestra, preludio, forse, di una nuova alleanza. Qualcuno, tra i commentatori politici, s’è già azzardato a dire che “per un Fini che se ne va, ci può essere un Casini che ritorna”. Si tratta di questo, è possibile che si tratti di questo? Forse, può darsi, del resto in p0litica tutto è possibile. Di certo c’è che all’interno del PDL i rapporti tra la maggioranza e il gruppetto che si richiama all’on. Fini sono sempre più tesi, ad onta dei tentativi che i cosiddetti pontieri dell’una e dell’altra parte tentano di porre in campo per favorire un riavvicinamento tra i due “cofondatori”. Il loro lavoro è vanificato dagli estremisti finiani: a un Bocchino che continua ad atteggiarsi a martire epurato e insinua che il disegno di elgge anticorruzione non sia andato in porto per oscure ragioni, si aggiunge un qualsiasi Granata che critica la mancata partecipazione del ministro Bondi al festivale del cinema di Cannes per protesta contro lo squallido film-propaganda della Guzzanti che offende l’Italia e il buonsenso comune oltre che il buongusto, senza dimentitcare la direttrice del Secolo d’Italia, giornale che vende poche decine di copie al giorno in tutta Italia e che viene foraggiato con i soldi dello Stato, la quale non perde occaisone per distribuire lezioni di comportamenti a destra… e mai a manca. In questo quadro, è difficile prevedere un riavvicinamento ed anzi v’è chi legge nei comportamenti di Fini, che si è ormai specializzato nel controcanto permanente a Berlusconi, una strategia che conduce alla separazione, anzi, per dirla con il suo vero nome, alla scissione. Cosa si porti detro di sè Fini è difficile dirlo, anche se c’è chi giura che alla fine la maggioranza non subirebbe danni irreparabili sul piano dei numeri. Ma se in questo scenario irrompesse un “ritorno” di Casini, ciò renderebbe del tutto insignificante, almeno nell’immediato, la fuga dell’on. Fini. M, si dice, Casini era amico di Fini. E’ vero ma è acnhe vero che proprio Fini non potrebbe rinfacciare alcunchè a Casini. Prima e immediatamente dopo la notte del “predellino”, fra Fini e Casini s’era creato un asse, per nulla segreto, che prevedeva una loro comune azione contro l’inziativa di Berlusconi. Fu Fini che dopo aver definito “comiche finali” la nascita del PDL , vi si arruolò, lasciando da solo Casini. Perchè mai Casini ora non dovrebbe rendere la pariglia a Fini? Certo è che il futuro, più o meno prossimo, ci riserva sorprese che sarebbero anche divertenti se non incombesse la crisi mondiale e con la crisi le gravissime difficoltà del Paese che di questi minuetti davvero non ha bisogno. g.