“È un dolore per ogni uomo con un cuore, per ogni uomo che crede nel sacrificio per la patria, per ogni uomo che crede negli ideali, che dare un contributo piccolo o grande che sia possa servire a migliorare il mondo anche con la propria vita”.

Con queste poche ma toccanti parole,  il papà di Luigi Pascazio, ha reso omaggio al  giovane figlio,  caporal maggiore di appena 25 anni,  rimasto vittima questa mattina  insieme al sergente Massimiliano Ramadù, di un attentato terroristico in Afghanistan.

Angelo Pascazio, sovrintendente della Polizia di Stato, le ha affidate,  perchè le diffondesse,   ad un parente,  perchè, come ha testimoniato il sindaco di Bitetto, la cittadina a pochi chilometri da Toritto dove risiede la famiglia Pascazio, egli, insieme alla moglie e alle altre sue figlie, era soppraffatto dal dolore e dalla disperazione per la perdita del proprio figlio in circostanze così drammatiche.

Dolore e disperazione per una perdita così incolmabile che rendono  le sue parole  un messaggio  in cui si coglie una straordinaria forza d’animo,   intriso  di Valori  profondi e antichi, come antichi sono,  anche se  purtroppo da tempo desueti,  il senso del Dovere, l’amor di Patria, il Valore della solidarietà.

Sappiamo che il giovane Luigi Pascazio e il sergente Ramadù,  come le altre vittime del Dovere, come gli altri suoi commilitoni, ben 22,  morti  sinora  nella missione di pace in cui l’Italia è impegnata con le sue Forze Armate in Afghanistan,  erano volontari, ma  chiunque, ancor più se Volontario, accetti di correre il rischio che le missioni in territori come l’Afghanistan comportano per la propria incolumità personale, sino alle estreme conseguenze,   è segno che avverte dentro di se  il senso del Sacrificio e sopratutto crede negli Ideali cui  ha fatto  riferimento  il papà di Luigi nel suo messaggio.

A questi Eroi che non si sottragogno  al Dovere e che del Dovere hanno fatto la bandiera e la Religione  della loro vita, ci inchianiamo, grati per il loro Esempio che ci fa sperare per il futuro. g.