CASO CALIENDO: L’ARRAMPICATA SUGLI SPECCHI DEI FINIANI
Pubblicato il 4 agosto, 2010 in Il territorio | Nessun commento »
La sfiducia al sottosegretario alla Giustizia Caliendo è stata respinta alla Camera con 299 voti contro, 229 a favore e 75 astenuti. Tra gli astenuti 25 finiani il cui voto di astensione è stato motivato dal deputato ex radicale Della Vedova…motivato è un modo di dire perchè quella di Della Vedova, incaricato di farlo, è stata una vera e propria arrampiacata sugli specchi. Perchè dire che si è contro il giustizialismo ma anche il garantismo non va….oppure dire che il caso Caliendo è diverso dal caso Brancher o dal caso Cosentino e però ci asteniamo comunque…oppure dire che si fa parte della maggioranza ma solo per il programma e la sfiducia a Caliendo non fa parte del programma….oppure dire che quella contro Caliendo è una azione strumentale ma non si può votare contro la mozione della opPosizione….beh, tutto ciò è davvero una arrmpiacata sugli specchi, per non dire che si tratta di una vera e propria mascalzonata di cui si è fatto portavoce proprio uno come Della Vedova che non foss’altro che per il suo passato di radicale, formatosi alla scuola di Pannella e quindi alla scuola della difesa dei diritti dei singoli avrebbe dovuto rifiutare, per rispetto del suo passato e di se stesso, di farsene interprete. Se si aggiunge a questo che alcuni dei finiani, quelli facenti parte del governo che peraltro sedevano, non si sa quanto a proprio agio, proprio sui banchi del governo, sotto gli occhi di tutti, hanno votato contro la mozione antiCaliebndo, si ha il quadro completo della totale confusione che sta regolando il passo dei finiani, definiti oggi, da un deputato del Movimento Noi Sud, traditori. In verità, come molti osservstori hanno rilevato, al voto di astensione i finiani sono giunti dopo che tra di loro sono sorte divergenze di vedute tra chi voleva votare a favore della mozione contro Caliendo e chi riteneva ciò Una assurdità, per cui il maestrino Fini per evitare la rottura ha scelto per i suoi cari la strada dell’astensione che è quella tipica di chi non sa che fare o piuttosto lo sa ma non ha il coraggio di farlo. Ma anche con l’astensione Fini ha mostrato il suo vero volto, il volto di un rancoroso ex despota che ormai è corpo estraneo al centrodestra e che è pronto a tutto pur di farne cadere il governo, nella logica infame del “muoia Sansone con tutti i filistei”. E benchè in Parlamento il PDL abbia tributato a Berlusconi una straordinaria ovazione in un clima da stadio, Berlusconi, a nostro avviso, deve trarre dal voto di oggi le dovute conseguenze. Deve marciare speditamente vero il voto anticipato, anche ad ottobre, anzi ad ottobre. Ogni indugio nuoce al govenro, al PDL e, sopratutto, al Paese. Dopo averne difeso e tutelato l’economia, più e meglio di tutti gli altri paesi europei, ora si rischia di far affondare il Paese nella melmosa abitudine dei continui compromessi che giovano soltanto ai politicastri abituati a tutelare solo le loro spocchiose vanità. Il presidente Berlusconi non può ignorare che l’asse PDL-LEGA, maggioranza nel Paese che lavora, produce, si arrovella nella quotidiana battaglia per la soppravivenza, è di fatto minoranza numerica in Parlamento e perciò inidonea a realizzare le promesse riforme istituzionali da sempre attese e sempre più inprocastinabili. Se il Presidente Berlusconi acconsente alla tattica devastante del rancorso ex despota del MSI, Fini, che mira alla distruzione e non alla realizzazione delle promesse elettorali, rischia di consegnare il Paese non certo al cosiddetto terzo polo ma ad una nuova e più aggressiva sinistra, quella che ha le faccie iraconde dell’on. Franceschini e della on. Biondi. Comprendiamo le titubanze del Presidente Berlusconi ma ogni ritardo può determinare danni incalcolabili. g.