Napolitano.

E’ il presidente della Repubblica che come è noto rappresenta tutti. Ma proprio tutti? Parrebbe di no dopo la tanto attesa (da parte di alcuni, leggi l’opposizione) esternazione dell’on. Napolitano di ritorno da Stromboli dove ha trascorso beatamente qualche giorno di relax. Cosa ha detto Napolitano di ritorno da Stromboli ? Ha detto che la situazione è grave ( e lo sapevamo tutti) e che un eventuale vuoto di potere (leggi voto anticipato) potrebbe provocare danni al Paese. Questo è possibile, forse anche probabile ma votare, d’altra parte,  e Napolitano dovrebbe saperlo, è la migliore e più classica manifestazione della democrazia. Non quella popolare un tempo, come è noto,  molto cara all’on. Napolitano, ma quella anglosassone che in Tocqueville ha il suo apostolo. Cioè la democrazia che vede sovrano solo e soltanto il popolo, ancor più in una democrazia che ha scelto di essere bipolare e che quindi non può consentirsi governi espressione non del popolo,  ma dei bizantinismi opportunistici di chi del popolo se ne impipa. Al PDL e alla Lega le parole di Napolitano sono sembrate una sorta di anticipata  e inconsueta manifestazione della sua contrarietà al voto anticipato (che sinora nessuno ha formalmente richiesto) e quindi di abdicazione al suo ruolo di super partes che la Costituzione gli affida e all’obbligo di attenersi alla indicazione delle forze politiche. A rafforzare  questa osservazione ha contribuito anche il fatto che Napolitano non abbia scelto per le sue esternazioni una testata giornalistica almeno a parole autorevole ma neutra, il Corriere della Sera, la Stampa, e abbia scelto invece il giornale del suo ex partito, il PCI, cioè L’Unità, organo di parte la cui direttrice, la signora DiGregorio, sforna editoriali antigovernativi un giorno si e l’altro pure.  Ecco, vista così, il presidente Napolitano ha contribuito, di certo senza volerlo, ma ci è riuscito benissimo,  a far salire la tensione  fra i partiti che invece voleva che si abbassasse. Nè ha contribuito ad abbassare i toni il suo “invito” a bloccare gli attacchi al presidente della Camera. Il presidente della Camera  (l’attuale) non è più solo una figura istituzionale, è ormai formalmente  un capopartito che ha trasformato la presidenza della Camera in una sede di partito ed ha abdicato nella forma e nella sostanza al suo ruolo di terzietà impostogli dalla Costituzione. E quando si è parte e non arbitro non ci si può sottrarre alle conseguenze che sono gli attacchi che in politica sono riservati a tutti. Anzi, piuttosto  ci si aspettava che il presidente della Repubblica ricordasse a Fini, nei modi che avrebbe ritenuto più giusti, pubblici o privati, formali o meno,  quali sono i suoi doveri cui è venuto meno. E comuqnue, ove pure voglia leggersi il suo  invito nel modo più bonario possibile, rimane una domanda: se a Napolitano stanno a cuore, come afferma, le istituzioni nei cui confronti invita al rispetto, perchè mai lo stesso Napolitano non ha avvertito uguale bisogno di rivolgere medesimo appello quando sotto schiaffo è  stato ed è il presidente del Consiglio, anch’egli Istituzione, per di più, a differenza di Fini e anche dello stesso Napolitano, espressione diretta della volontà popolare? g.

Cossiga

Le condizioni di salute dell’ex presidente della Repubblica sono in netto miglioramento. Avranno contribuito a migliorarne le condizioni anche gli auguri di “buona agonia”  rivoltigli da anarchici, radicali,ex terroristi, e quant’altri come loro,  riuniti sotto le finestre dell’ospedale  sotto  un grande striscione. Si sa che augurare la morte allunga la vita. Non lo sanno gli sciacalli che sono stati sempre i  nemici dello Stato contro i quali Cossiga si è battuto tutta  la vita. Speriamo che presto il  presidente Cossiga, il picconatore contro il quale i comunisti e i sinistri di ogni risma lanciarono una furibonda battaglia sino a chiederne il defenestramento utilizzando spregiudicatamente tutti i mezzi possibili, possa riprendersi e tornare a “picconare” le roccaforti dell’ipocrisia in cui si annidano i nemici dello Stato liberale.     Quelli  che un ventennio fa fecero strame di un presidente della Repubblica, Giovanni Leone, illustre penalista, straordinario docente universitario, uomo politico di profonda moralità, costretto alle dimissioni per la furibonda aggressione  mediatica della stampa di sinistra, salvo, poi, dopo la sua morte, riconoscergli  probità e autorevolezza. Sono gli stessi che ora invece  si stracciano le vesti per il  presidente della Camera (l’attuale)  invischiato in questioni che poco hanno a che fare con la politica e parecchio con gli affari (della famiglia Tulliani) e che è posto sotto accusa da organi di informazione di “destra”. Il classico caso di due pesi e due misure. Quando si trattava di aggredire Cossiga e Leone, solo per citare due nomi tra i più noti, la stampa di sinistra faceva il suo dovere, ora che tocca al nuovo beniamino della sinistra, l’ex camerata Fini, la sinistra invoca, anche tramite qualche altolocato suo esponente, il dovere di rispettare le istituzioni.g.

Fini

La storia di Fini continua ad imperversare siu tutti i giornali che continuano a chiedere spiegazioni più dettagliate sul passaggio dell’appartamento di Montecarlo da AN a ben tre diverse società off-shore con sede nei Caraibi (paradiso fiscale utilizzato per sottrarsi al pagamento delle tasse e per favorire il riciclcaggio di danaro sporco),  ora abitato dal cognato, il fratello della signora Elisabetta Tulliani, compagna di Fini. Le ultime notizie danno per certo che siano stati Fini e compagna ad acquistare i mobili per arredare l’appartamento di Montecarlo, così smentendo quanto asserito da Fini di non essere a conoscenza che il cognato vi abitasse. Lo ha scritto il Giornale di Feltri che ha dedicato a Fini un suo durissimo editoriale. Fini ha risposto, a mezzo del suo portavoce, notoriamente pagato con soldi pubblici, che “querelerà” Feltri. Questa è la seconda querela , ora solo annunciata, dopo la prima che già sarebbe stata sporta da Finio contro Feltri per la stessa questione. Bene. Ma perchè Fini invece di querelare , oppure  oltre che querelare, non parla, non spiega, non dice quanto e a chi paga l’affitto il cognato, chi è il vero e fisico acquirente dell’appartamento di Montecarlo, cioè chi si nasconde dietro l’anonimato della società off-shore? E perchè non spiega come mai il prezzo di vendita sia stato di molto al di sotto dei prezzi di mercato di Montecarlo per appartamenti simili a quello lasciato in eredità ad AN e svenduto a soli 300 mila euro nel 2008? Se ha, come dice, la coscienza a posto ed è vero che si è lasciato imbrogliare dal cognato, perchè non  dice tutto? Magari poi di querele ne potrà presentare una terza. Suffragandola di fatti e non di “soprese e disappunti”. g.

P.S. Il Giornale ha annunciato che nella edizione di oggi, 14 agosto, pubblicherà fatture, ricevute e nomi e cognomi dei testimoni dell’acquisto dei mobili da parte di Fini e compagna per l’appartamento di Montecarlo. La storia diventa un giallo e Fini rischia di  ridiventare nero come non lo era più da quando si è tinta di rossa la faccia.