Non v’è giornale italiano che ancora stamattina non dedichi parte della prima pagina al discorso che l’on. Fini, il traditore del centro destra, farà alla “sua” festa in quel di Mirabello, nei pressi di Ferrara, la città che diede i natali a Italo Balbo. Balbo era stato uno dei quadriumviri della marcia su Roma e durante gli anni del fascismo aveva ricoperto ruoli e cariche importanti del regime e autore di memorabili imprese, come la leggendaria transvolata atlantica cui seguì il trionfo, novello Cesare, nelle strade di New York; ma  era stato anche uno dei maggiori critici delle esagerazioni del fascismo e  uno di quelli che non mancava mai di farsi “sentire” da Mussolini, il duce, al quale,per esempio,  non lesinò le sue critiche per l’alleanza con la Germania hitleriana cui Balbo era contrario.  Era, insomma, Balbo uno che non tramava nell’ombra e che aveva, come si soleva dire un tempo, la schiena dritta.  Per questo Mussolini, che non poteva  impedirgli di parlare,  lo aveva nominato governatore della Libia e ve lo aveva mandato per tenerlo lontano da Roma. E proprio nei primissimi giorni della guerra,  giugno 1940, Balbo  precipitò con il suo aereo nel cielo di Tobruk, colpito da “fuoco amico” della contraera italiana che lo scambiò per aereo nemico. Immediatamente ci fu chi adombrò il dubbio che il “fuoco amico” in verità fosse stato un “fuoco nemico”, nel senso che l’aereo fosse stato colpito volutamente dalla contraerea su ordine di Mussolini,  per eliminare un oppositore interno che, però, la sua opposizione l’aveva fatto alla luce del sole e che, peraltro, una volta presa la decisione aveva risposto “obbedisco”. Tutte le inchieste che si sono succedute,  da quella voluta da regime mussolinano alla inchiesta giornalistica pubblicata poche settimante fa a cura  di Folco Quilici,  il cui padre,  Nello Quilici,  fu grande amico di Balbo e morì sull’aereo precipitato a Tobruk, hanno escluso che quello di Balbo sia stato un assassinio premeditato ed hanno definitivamente concluso che fu davvero la conseguenza di un tragico errore che spazzò via un personaggio che, in vita, forse avrebbe potuto far molto per evitare all’Italia i lutti della seconda guerra mondiale e la fine tragica del fascismo. Chissà!  Certo è che il traditore del  nuovo e unico centro destra italiano, cioè l’on. Fini, sta andando  proprio nella terra di Balbo per formalizzare il suo ultimo, ennesimo tradimento della destra italiana. Cosa dirà Fini domani sera a Mirabello, ha poca importanza, perchè, per dirla con lo scomparso Edmondo Berselli nel suo Postitaliani, dietro l’eloquio di Fini non v’è nulla, anzi vi è il nulla. Comizierà a Mirabello Fini, dicendo in mille parole ciò che Montanelli avrebbe detto in tre, farà il prestigiatore con le parole discettando di “nuova destra”, di “destra europea”, di “destra diversa”, diversa da quella di Berlusconi, senza però andare oltre l’eloquio, guardandosi bene dallo spiegare ai presenti e, sopratutto, agli assenti cosa sia mai la “nuova destra”, la “destra europea”, la “destra diversa” da quella berlusconiana. Si guarderà bene dal dirlo, ma non perchè voglia mantenere riserbo e segreto, non lo dirà solo perchè non lo sa neppure lui. Sono parole, sono solo aggettivi  che non spiegano  nulla,  per la smeplice ragione che la “destra” non è nè “nuova”, nè “europea”, nè “diversa”, la Destra o è o non  è. O è ancorata a valori, principi, obiettivi che affondano radici e legami nella tradizione o non è “destra” E’ qualcosaltro. E quella di Fini è qualcosaltro. E’ la sua smisurata ambizione non supportata da reali capacità, da verificate esperienze, caratterizzata da mai contraddette contrapposizioni ai Valori e ai Principi che da sempre sono stati il faro della “nostra” destra, l’unica. A Mirabello Fini raccoglierà gli applausi di quanti in nome di una presunta destra sarebbero capaci di allearsi anche con la sinistra che comunque si camuffi è pur sempre la sinistra del terrore e dell’orrore, di quelli che hanno come bandiera e parola d’ordine la vendetta el’odio. Perchè è questo che Fini, grondante di odio contro Belrusconi,  come tutti gli irriconoscenti,  anela: la vendetta, e atteggiandosi a sansone, lui che al più è un modesto emulatore della filosofia del ratto delle sabine, farà di tutto perchè, ormai certo della sua morte politica, muoiano anche tutti i “filistei”,  alfieri della Destra che è la nsotra Destra. g.