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Ecco il contratto che scotta. Firme identiche: Tulliani ha affittato a se stesso? (cliccare sull’immagine per ingrandire)

Gian Marco ChiocciMassimo Malpica

Prima le società off­shore con stessa sede nello stes­so paradiso fiscale e allo stesso indirizzo. Ora spunta un’altra coppia di gemelle, ma stavolta il giallo riguar­da due firme. E il dubbio è il più pesante: non è che Tulliani e Timara sono la stessa cosa? Le sigle uguali sono infatti quelle di proprietario e loca­tario sul contratto d’affitto della casa monegasca, de­positato all’Ufficio del Registro del Principato. Non sembra solo l’ennesima, inquietante, coincidenza. Giancarlo Tulliani, uomo cardine dell’ affaire di Montecar­lo, secondo i magistrati roma­n­i non è degno di un appunta­mento in procura nemmeno alla luce delle clamorose rive­lazioni del Giornale sulla svendita dell’appartamento al 14 di boulevard Princesse Charlotte. Chissà che oggi i pm non cambino idea. Vedia­mo perché.

IL MONOPOLI DEI TULLIANOS
L’immobile in questione è quello donato dalla contes­sa Anna Maria Colleoni al partito nel 1999, poi ceduto per un quinto del valore a una società off-shore con se­de ai Caraibi (Printemps Ltd), da questa venduto a una società gemella (Timara Ltd) e, infine, abitato dallo stesso «cognato» di Fini, Tul­liani appunto, che aveva aperto ilgiro di valzer caldeg­gia­ndo la vendita dell’appar­tamento al presidente della Camera, al quale (è lo stesso Fini a dirlo) segnalò che c’era un acquirente interes­sato alla casa. Ora salta fuori una quantomeno sospetta «identità di firma» tra pro­prietario e affittuario. È nel contratto d’affitto, che il Giornale è riuscito a recupe­rare. L’atto, ufficiale e proto­collato, è il «contratto a cano­ne » numero 114772, firmato a Monaco il 24 febbraio del 2009 tra la società off-shore «Timara Ltd», proprietaria dell’appartamento, e «mon­sieur Giancarlo Tulliani», af­fittuario «de nationalité ita­lien demeurant (residente, ndr ) a via Raffaele Conforti 52 Roma, Italy», ed è stato re­gistrato il 4 marzo dello stes­so a­nno presso l’ufficio com­petente del Principato di Mo­naco. Oggetto, ovviamente, l’affitto della famosa casa al civico 14 di boulevard Prin­cesse Charlotte.

L’AUTO-LOCAZIONE
Colpo di scena in calce al fo­glio: le firme apposte sotto la dicitura «le preneur» (l’af­fittuario) e sotto il riferimen­to a «le bailleur» (il locato­re) sono uguali, tali e quali. Una sola firma, illeggibile ma identica, per due contro­parti. Il locatore è Tulliani, come è scritto nel contratto e come hanno sempre soste­nuto i suoi legali, e la firma del proprietario è la stessa: il «cognato» di Fini ricopre dunque all’interno della Ti­mara un ruolo tale da avere i poteri necessari a firmare per conto della società un contratto di locazione a se stesso? Questo vorrebbe di­re che non solo le firme so­no uguali, ma che Giancar­lo Tulliani e la società off­shore proprietaria della ca­sa a Montecarlo sono la stes­sa cosa. E il «cognato» sareb­be, dunque, affittuario di se stesso. Altra possibilità è che Tulliani abbia lasciato che l’amministratore della controparte Timara appo­nesse la propria firma sia co­me proprietario che per con­to dell’affittuario, o che, ipo­te­si decisamente remota an­che a Montecarlo, sia Tullia­ni che Timara abbiano dele­gato un terzo a concludere il contratto per loro conto, ma «tra sé e sé». A dirla tut­ta, nell’atto ufficiale non c’è traccia, nei dintorni delle fir­me in calce, di diciture «per conto» di alcuno, né si fa cenno a procure o deleghe. Comunque la si legga, l’identità delle firme au­menta il sospetto che il ra­gazzotto con la Ferrari ab­bia un legame molto, molto forte con le fiduciarie Prin­temps e Timara, create ad hoc a Saint Lucia nel 2008, poco prima che An, su se­gnalazione dello stesso Tul­liani, desse via la casa a prez­zo di saldo. Le anomalie si moltiplicano.

GIANCARLO E GLI AMICI OFF-SHORE
Perché il ruolo del fratelli­no di Elisabetta, solo per la parte relativa a compraven­dite e affitti, è il mistero dei misteri. Giancarlo Tulliani è in qualche modo in contat­to con Printemps: è lui a se­gnalare a Fini che la società intende comprare l’appar­tamento, e si fa, di fatto, in­termediario per l’offerta, conclusa con la vendita low cost dell’11 luglio 2008. Giancarlo Tulliani è certa­mente in contatto con Tima­ra, che a ottobre del 2008 ac­quista da Printemps, e a feb­braio del 2009 l’affitta pro­prio a lui con un contratto dove, curiosamente, le fir­me di affittuario e locatario sono sovrapponibili. Per non dire, come ha dimostra­to il Giornale , che il titolare dell’impresa di ristruttura­zione dice di aver fatturato i lavori alla Timara, anche se a decidere i materiali da por­tare dall’Italia e cosa e co­me ristrutturare sarebbero stati i Tulliani, Elisabetta e Giancarlo. A rafforzare il tut­to, c’è poi il legame tra il co­gnato di Fini e James Wal­fenzao. Walfenzao è dal no­taio Paul Louis Aureglia l’11 luglio 2008, perché in quali­tà di direttore della «Jaman Directors Ltd», anche que­sta con sede a Castries, rap­presenta la «Printemps Ltd». Ma è citato anche nel rogito del 15 ottobre dello stesso anno, quando è Prin­temps a vendere a Timara. L’atto notarile della secon­da compravendita, infatti, spiega che la Timara è rap­presentata da Suzi Beach, in virtù dei poteri che le ha assegnato l’assemblea ge­nerale di un’altra società di Saint Lucia, la «Janom Part­ners », rappresentata nel­l’occasione da Tony Izelaar (che in quel giorno di otto­bre, giusto per semplificare le cose, è anche venditore per conto di Printemps) e, appunto, da Walfenzao.

IL LINK CON WALFENZAO
Quest’ultimo (che al Gior­nale s’è limitato a dire di non voler parlare «degli af­fari dei clienti») lavora per il gruppo «Corpag» attivo nell’offrire ai propri clienti fiduciarie e intermediazio­ni. Nel network Corpag, per capirci, c’è anche la mo­negasca «Jason Sam» (spe­cializzata nella creazione di fiduciarie a Saint Lucia e nelle compravendite im­mobiliari «coperte» da fidu­ciarie, come spiega il sito web della società), per la quale lavorano gli altri pro­tagonisti delle off- shore del­­l’ affaire , Tony Izelaar e Su­zi Beach.

BOLLETTE E DOMICILI SOSPETTI
Ma tornando a Walfenzao, a focalizzare l’attenzione su di lui ci sono le connessioni fortissime con Tulliani. Il Giornale già ieri ha svelato come il suo indirizzo mone­gasco (27, avenue Princesse Grace) sia stato «prestato» a Giancarlo Tulliani per domi­ciliare utenze, tra cui la bol­letta della luce, essenziale per le autorità monegasche, che la utilizzano per accerta­re che i residenti non siano fittizi. L’utenza è relativa al 14 di boulevard Princesse Charlotte, l’addebito è sul conto corrente numero 17569- 00001- 71570900001 acceso da Tulliani presso la Compagnie Monegasque de Banque. Ma le fatture hanno un «c/o», finiscono a casa del signore e della si­gnora Walfenzao. Perché? Troppe domande, alle quali chi potrebbe e dovrebbe da­re risposte preferisce repli­care con un ostinato silen­zio.

IL CONTO SEGRETO E IL FISCO
Quanto al conto corrente, stando alla carta di soggior­no a Monaco di Tulliani,que­st’ultimo non avrebbe indica­to un’attività professionale in grado di garantirgli il reddi­to necessario, ma avrebbe al­legato la garanzia bancaria che attesta il possesso di liqui­dità sufficiente a vivere a Montecarlo senza lavorare. Parliamo di un deposito di al­meno 300mila euro ( stessa ci­fra necessaria a comprarsi una casa a Montecarlo, ma solo se a vendere è An) che Tulliani non può intaccare. Qui la domanda è ovvia: co­me ha portato quella cifra a Montecarlo il «cognato» di Fi­ni? Ha regolarmente dichia­rato al fisco l’esportazione della consistente somma, al­la quale vanno aggiunti i 200mila euro necessari a comprarsi la ormai celebre Ferrari con targa monega­sca? Il dubbio potrebbe toglierselo la Procura di Roma.