La casa di Montecarlo si trasforma in una farsa all’italiana
Pubblicato il 22 settembre, 2010 in Il territorio | Nessun commento »
Servizi segreti deviati, azione di dossieraggio contro la terza carica dello Stato, vera e propria porcata dietro la quale ci sono i servizi e…chi più ne ha, più ne metta. Sono le reazioni scomposte dei finiani e, pare, dello stesso Fini che poi ha fatto smentire dal suo portavoce quanto attribuitogli, a proposito della notizia rimbalazata ieri a tarda sera attraverso il sito italiano Dagospia a proposito di un documento riservato datato 16 settembre 2010 a firma del ministro della Giustizia dell’Isola caraibica di Santa Lucia, diretto al premier della stessa Isola, nel quale si attribuisce la proprietà delle due società off-shore a cui è stato venduto e rivenduto l’appartamento di Montecarlo lasciato in eredità ad A.N. dalla contessa fascista Annamarai Colleoni al signor Giancarlo Tulliani, “cognato” dell’on. Fini e meglio noto come “elisabetto”. La notizia, ripresa da Dagospia, e il documento riprodotto in fotocopia dallo stesso sito, sono stati pubblicati da due diffusi giornali di Santo Domingo e poi ripresi da quasi tutta la stampa italiana, primi fra tutti, ovvimente, Il Giornale e Libero, i due quotidiani che hanno dato il via all’inchiesta su questa strana storia avvolta nel mistero e coperta dal segreto di pulcinella. Le reazioni dei finiani finiscono col trasformare questa brutta storia in una farsa all’italiana. Specie quella dell’on. Briguglio, sino a qualche settimana fa noto soltanto ad una ristretta cerchia di siciliani e ora balzato agli onori quotidiani della politica nazionale. Briguglio, attraversando baldazosamente il mare aperto delle sciocchezze, ha dichiarato che chiederà all’on. D’Alema (sic!), presidente del Copasir, il comitato parlamentare che si occupa di servizi segreti, e del quale fa parte lo stesso Briguglio, “di approfondire, al di là delle smentite ufficiali, sia la possibile partecipazione a questa azione di dossieragigo di pezzi di Servizi deviati, sia l’attività della nostra intelligence a tutela delle massime cariche della Repubblica rispetto a manovre messe in atto anche all’estero ai danni del presidente della Camera dei Deputati attraverso la produzione e diffusione di documentazione falsa”. Dove il falso sarebbe il documento a firma del ministro della giustizia dell’Isola di Santa Lucia che sebbene sia un ben noto paradiso fiscale e un altrettanto ben noto paradiso di società off-shore, usate per nascondere traffici spesso poco puliti ( e Fini, quando ha autorizzato la vendita dell’appartamento di Montecarlo ad una società off-shore non lo sapeva?!) è pur sempre uno Stato di diritto al quale ci sembra possa essere abbastanza facile chiedere, attraverso le vie diplomatiche, se un documento sia pure riseervato, scritto su carta intestata e firmato da un autorevole membro del governo, sia un falso oppure no. Perchè, il problema è solo questo. Se il documento, pubblicato non Italia ma all’estero, da giornali che non sono di proprietà di Berlusconi e che reca l’intestazione del governo legittimo di uno Stato libero e la firma di un autorevole membro di quel governo, è vero o falso. Perchè scomodare i soliti servizi segreti deviati (doppio sic!) in un Paese come il nostro dove, come diceva Ennnio Flaiano, i segreti sono come quelli di Pulcinella, quando è sufficiente far intervenire la nostra diplomazia che, immaginiamo, non sia al servizio di nessuno, salvo qualche ambasciatore che si presta, come nel caso di quello di Montecarlo, a fare da chaperon ad un ragazzotto? Piuttosto, proprio per porre fine a questo stillicidio di notizie, forse sarebbe il caso che qualcuno dei gran consigliori di Fini, una volta tanto lo consigliassero per il meglio, e cioè che è arrivato il momento di raccontare tutta la storia di quell’appartamento a Montecarlo finito nella disponibilità o (secondo il documento sinora non smentito dal governo dell’Isola di Santa Lucia) nella proprietà del suo cognatino, portato in dote, insieme alla suocera, dalla sua nuova “comapgna”. D’altra parte i tanto suscettibili finiani del FLI (Fronte di Liberazione internazionale) invece di mostrare i denti per la storiaccia di Montecarlo e le rivelazioni circa il ruolo di Tulliani, dovrebbero spiegare agli elettori italiani , grazi ai cui voti siedono in Parlamento, da che parte stiano. In Sicilia hanno unito i loro voti a quelli dei postcomunsiti in una nuova versione di milazzismo siciliano per sostenere il quarto governo Lombardo nella Trinacria di Pirandello, alla Camera hanno votato stretti d’amore con il PD e Di Pietro la richiesta dell’uso delle intercettazioni in danno dell’on. Cosentino che comunque non è “passata” grazie ad una forte e coesa maggioranza extra finiana, poche ore fa hanno depositato alla Camera una mozione contro il direttore del TG1 Minzolini e il direttore generale della RAI Masi, rei di non essere finiani, che li vedrà uniti, nel voto, nuovamernte con postcomunisti, postdemocristiani alla Casini e giustizialisti alla Di Pietro, pochi minuti fa hanno minacciato di interrompere se già non l’hanno fatto, la trattativa per il varo del Lodo Alfano in forma costituzionale…da che parte stanno i finiani e il loro capo? Forse si sono resi conto che forse Berlusconi ce la fa a mettere su in Parlamento – Senato e Camera - una maggioranza che non soggiaci ai loro ricatti e ai loro ultimatum e tentano di costruirsi un alibi dietro il quale nascondere i loro reali intendimenti che mirano a distruggere il grande sogno di un grande partito di moderati. Ma gli elettori, gli elettori di Destra italiani, che questi figuri ormai vestiti con gli abiti mentali della peggiore sinistra li ha belli ed etichettati, sapranno cosa fare al momento opportuno. g.