Nel suo intervento a pc unificati di sabato sera Gianfranco Fini ha detto poche cose sulla casa di Montecarlo: 1) Non è una reggia, anzi è un misero tugurio di 50-55 mq (ma non erano 70?) da 230mila euro 2) È stata venduta a una società segnalatagli dal cognato 3) È stata venduta a 300mila euro ma forse si poteva spuntare un prezzo più alto 4) Solo dopo la vendita ha saputo che in quella casa ci viveva in affitto il cognato 5) Quando l’ha saputo si è «colossalmente» incazzato anche se il cognato gli ha detto che pagava un regolare contratto d’affitto e che aveva sostenuto le spese di ristrutturazione 6) Ha chiesto sgarbatamente al cognato di sloggiare ma non poteva costringerlo 7) Spera che il cognato sloggi 8) Ha venduto la casa a una società off-shore perché a Montecarlo lo fanno tutti.

Per otto risposte restano ancora dieci domande. 1) Da chi è stato informato Giancarlo Tulliani che la casa di Boulevard Princesse Charlotte era in vendita? 2) Se è vero che la Printemps venne segnalata da Tulliani, con chi si è rapportato in An per seguire la questione della compravendita? 3) Quando ha scoperto che Tulliani aveva preso in affitto lo stesso appartamento ereditato dal partito e poi ceduto alla società Printemps? 4) Se Tulliani ha pagato le spese di ristrutturazione perché la fattura venne intestata dalla Tecabat alla Timara Ltd, come sostenuto da Luciano Garzelli? 5) Chi ha pagato gli arredi interni? 6) Chi ha fornito le garanzie bancarie a Tulliani per ottenere la residenza nel Principato? 7) Quando la proprietà dell’appartamento di Montecarlo ereditato dalla contessa Colleoni e censito dalle autorità monegasche è passata ad Alleanza Nazionale quali procedure sono state seguite? È stato dichiarata al fisco italiano? 8) Se è vero che la stima fu fatta dalla società che amministra il condominio, perché gli uffici del partito non si sono rivolti anche a consulenti immobiliari o esperti del settore secondo una procedura solitamente seguita da chi vende un immobile volendo trarne il massimo profitto? 9) Quali sono gli uffici di An che verificarono la congruità della cifra e consigliarono di dare il via libera? E, infine, la domanda numero 10: Perché un partito politico vende un immobile a una società off-shore senza informarsi prima su chi possiede quella società o su chi quella società l’ha costituita?

Insomma, perché il presidente della Camera, dopo tutto il gran casino di Montecarlo, non sa ancora chi si nasconde dietro le esotiche Printemps e Timara?

IL TEMPO – 27 SETTMBRE 2010