Berlusconi alla festa del Pdl Lo spirito del 1994. Ho sentito Berlusconi evocarlo più volte, ma mai come in questi giorni appare una necessità. Se i partiti sono i veri malati del sistema politico italiano, il Pdl appare come un essere vivente che ha bisogno di cure immediate. E radicali. Provo a mettere in fila un paio di punti di discussione. 1 – I coordinatori. La formula del triumvirato non mi ha mai convinto e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Verdini (del quale dirò tra poco), Bondi e La Russa possono dire di aver ottenuto buoni risultati elettorali, ma in realtà è sempre la forza trainante del Cav a fare la differenza, insieme a un’opposizione a dir poco imbarazzante. La vivacità nel partito dopo un primo fuoco iniziale, s’è spenta e oggi è pari a zero, le faide regionali si moltiplicano (il disastro Sicilia, la inenarrabile Toscana, il fratricidio in Sardegna, il grave caso del disastro nelle province del Lazio). Poste le premesse per vincere sempre, il Pdl in realtà è avviato a una polverizzazione se non si mette subito cemento a presa rapida e mattoni buoni in una casa che ha ancora solide fondamenta (il Cav) ma è pieno di crepe e ora che comincia la brutta stagione (autunno caldo) si vedrà che dal tetto piove di tutto. Un solo coordinatore è quel che ci vuole.

Come scriveva ieri il nostro Francesco Damato citando una massima di Indro Montanelli: un partito ha bisogno di un leader e anche del culo. Battuta che potrà non piacere, ma di indubbia efficacia. Serve un gran lavoratore e, se posso dare un consiglio, meglio se lavoratrice. Sì, una donna. 3 – Il tavolo del Presidente. Sarà lei (o lui, ma non vedo tra i maschietti campioni buoni per un lavoro di impietoso taglio e cucito) a tradurre in azioni concrete la strategia del leader e del gruppo di lavoro che stabilmente collabora con Berlusconi. Un tavolo del presidente che ha fatto molto bene per quanto riguarda il governo, ma si trova impossibilitato a dare una linea e un’organizzazione al partito. Il Cavaliere deve asfaltare l’attuale configurazione del vertice. Lo faccia subito. Non tentenni. Non cada nella trappola della mediazione a tutti i costi, anche dove lui è davvero sovrano. Nel fare questa mossa, ricordi di rileggere bene il Machiavelli e i suoi consigli sulle debolezze umane. In queste ore sarà pieno di persone che gli consigliano Silvio fai questo, ti prego non fare quello, occhio fai quest’altro, ma che bravo che sei, sei il migliore, avanti così, non sbagli mai, meno male che ci sei e ora ecco questa è la strada giusta, sì, mi piace, quel posto è per me.

Ecco, tutta questa paccottiglia verbale Berlusconi la deve cestinare. Si fidi di chi ha un avvenire da costruire, non carriere immeritate da difendere e poltrone a cui incollarsi per non sparire. 4 – Il partito e la giustizia. È inutile girarci intorno, nel Pdl non c’è un problema di legalità, ma di singole posizioni che devono essere chiarite. Il caso Verdini resta quello più urgente e delicato. Chi scrive è un garantista al cubo, ma non ho il salame negli occhi e penso ancora quel che ho scritto mesi fa: Denis deve lasciare il suo incarico di coordinatore per difendersi meglio, per non far rimbalzare sul partito e la sua immagine il ciclone mediatico che solo i poveri illusi credevano finito. Il Corriere della Sera ieri ha aperto il giornale sul caso Verdini. Non avevo alcun dubbio che prima o poi sarebbero arrivate novità. Un rapporto del Ros non è la verità né una sentenza. Ma certamente è una notizia. E mentre i giornali le pubblicano, la politica ha il dovere di porsi una domanda: può il Pdl permettersi di tenere Verdini arroccato sulla sua posizione? può sperare che gli italiani comprendano questa scelta? Ho qualche dubbio. Mentre gli elettori di Berlusconi hanno metabolizzato e compreso che contro il Cav in sedici anni c’è stato un attacco strumentale e politicizzato da parte di una fazione della magistratura, sugli altri nomi della politica il giudizio è sempre molto prudente. Ho letto da qualche parte che qualcuno ipotizza il ritorno di Claudio Scajola ai vertici del partito. Ognuno in casa propria fa come vuole, spero solo si tratti di una boutade.

Mi limito a un modesto consiglio: finchè Scajola non spiega in maniera credibile – e non tragicomica com’è avvenuto – chi gli ha pagato la casa con vista sul Colosseo e perché, è meglio che si occupi d’altro. Il nuovo passa anche attraverso la reputazione che è fatta di immagine e comunicazione. Berlusconi ha ancora cinque giorni di riposo assoluto. C’è chi in una settimana creò la terra e le cose dell’universo. Ma in quel caso il lavoro da fare era a un livello Altissimo. Nel caso del Cavaliere, restiamo sulla terra, c’è il tempo per rifare un partito. E non rifare gli stessi errori.

…..Con qualche  marginale riserva, condividiamo quanto scrive Sechi sul Tempo di oggi.