Non si è spento l’eco della vicenda che ha portato i carabinieri agli ordini del noto pm napoletano Woodcock ( su questo specifico fatto  un consigliere laico del CSM ha chiesto di aprire una indagine) a perquisire la sede del Giornale e le mutande del direttore e del vicedirettore del Giornale, quando irrompe la notizia di una vicenda analoga che ha visto un giornalista di Panorama “minacciato” dal portavoce della Marcegaglia come lo stesso giornalista documenta sul numero in edicola del settimanale diretto da Giorgio Mulè. Sull’argomento interviene oggi con il suo editoriale il direttore del Giornale Sallusti. Eccolo.

Panorama pubblica, sul numero og­gi in edicola, la trascrizione di due telefo­nate registrate l­o scorso anno tra un gior­nalista del settimanale e Rinaldo Arpisel­la, portavoce di Emma Marcegaglia, pre­sidente di Confindustria. Il signore è lo stesso della telefonata con Nicola Porro, quello che percepì come minacciose le parole del nostro vicedirettore. Una sen­sazione che, come noto, ha portato il so­lerte pm Woodcock a indagarci e spicca­re mandati di perquisizione ipotizzando l’incredibile reato di violenza privata. Che cosa dice Arpisella a Panorama ? Il testo integrale lo potete leggere all’inter­no. In sintesi, con parole volgari minac­cia, intimidisce il giornalista per non far­gli pubblicare un’inchiesta che riguarda la Marcegaglia. Fino ad arrivare al ricat­to: se esce l’articolo, Confindustria farà del male al governo Berlusconi. Letta così, e adottando lo stesso metro usato dai più nei nostri confronti, con l’aggravante che i due interlocutori non hanno rapporti amicali, la conclusione è semplice: Arpisella, cioè Confindustria, compie una violenza privata. Andrebbe­ro tutti indagati, perquisiti, processati su giornali e tv senza pietà, quell’audio do­vrebbe essere trasmesso per mettere alla gogna l’incauto portavoce. Non acca­drà, perché i giudici non indagano nessu­no che minacci o ricatti Berlusconi, per­ché i giornali di sinistra nasconderanno la notizia. Noi invece speriamo che non accada, perché un giornalista e un porta­voce al telefono si possono parlare libera­mente come meglio credono, alzare i to­ni, millantare e blandire. Accade ogni giorno. Contano solo i fatti, cioè se alle parole seguono atti illegali. Il resto sono solo manie guardonesche edi protagoni­smo di­magistrati frustrati e spesso politi­cizzati. Sono convinto che Confindustria non sia un’associazione a delinquere. Pano­rama non ha svelato un reato ma un’ipo­crisia, un moralismo che, se usato per ar­mare la mano di un pm, può diventare un’arma pericolosa. Consiglio la presi­dente di Confindustria di ascoltare que­ste registrazioni. Se è all’altezza del ruo­lo che ricopre mi aspetto le scuse per averci fatto spedire i carabinieri in casa e ufficio. Perché la nostra libertà non vale meno di quella di Santoro, che ieri sera è andato in onda con il suo programma fa­zioso. Ha chiesto agli italiani di mobili­tarsi contro la sua sospensione di dieci giorni per l’insulto al direttore generale. Sarebbe stato credibile se avesse esteso l’appello contro chi vuole cacciare Min­zolini dal Tg1 e contro i carabinieri nella sede del Giornale . Non lo ha fatto, per cui resta solo il delirio di onnipotenz