L’on. Fini è ormai senza pudore. Interpellato sulla casa di Montecarlo, ha avuto la spudoratezza di dichiarare che “il tempo è galantuomo” e che è “bastato attendere la chiusura delle indagini”. E che “non c’è più nulla da dire sulla faccenda”. Perbacco. Nella relazione e negli atti che i PM romani (tanto delicati nei confronti di Fini da non far filtrare la notizia che era indagato, che non l’hanno intrerrogato così come hanno fatto con il sen. Pontone, che l’hanno iscritto nel registro degli indagati se non lo stesso giorno in cui hanno chiesto l’archiviazione della pratica) hanno depositato risulta lampante ed evidente che la casa di Montecarlo appartiene al cognato visto che,  come gli stessi PM scrivono nella loro relazione, nel contrratto di fitto tra la TIMARA ltd e lo stesso Tulliani, le firme che compaiono sotto rispettivamente la scritta locatore e locatario sono le stesse, come le stesse sono le firme che compaiono nel contratto integrativo, a suo tempo pubblicato dai giornali di tutto il mondo. Quindi non vi sono più dubbi di sorta: il cognato di Fini è il vero proprietario dell’appartamento di Montecarlo, venduto sotto costo, un terzo del suo valore, per ordine di Fini che l’impartì al sen. Pontone al quale Fini non  disse neppure chi era  l’acquirente. Dopo di chè, l’on. Fini, spregiudicato e arrogante, sostine ancora che null’altro v’è da dire o da aggiungere, salvo che egli non verificò bene il nome dell’acquirente. A chi vuole darla a bere l’on. Fini. Egli sapeva bene chi era l’acquirente, come sapeva bene che il cognatino, fratello adorato della sua adorata compagna, sparito da Roma, si era acquartierato proprio a Montecarlo, guarda caso nell’appartamento che la povera contessa Colleoni aveva lasciato in eredità ad AN perchè ne facesse buon  uso per la “buona battaglia”, la stessa per la quale e nella quale, nel corso di un cinquantennio,  hanno perso la vita tanti e tanti ragazzi che non hanno avuto la  stessa fortuna che ha avuto il cognatino di Fini che sfreccia anche in Ferrari a Montecarlo. E Fini che pure aveva solennemente dichiarato che se si fosse saputo che il cognato era il proprietario dell’appartamento si sarebbe dinmesso immediatamente da presidente della Camera, invece di mantenere il solenne (sic) giuramento, scrolla le spalle, si gira dall’altra parte e conciona di morale e di etica rivolto a Berlusconi. E’ davvero senza pudore. g.