E’ MORTO VITO LATTANZIO, UOMO D’ALTRI TEMPI E D’ALTRA POLITICA
Pubblicato il 1 novembre, 2010 in Il territorio | Nessun commento »
E’ morto ieri, nel giorno del suo 84° compleanno, l’ex ministro democristiano Vito Lattanzio. La morte è avvenuta intorno alle 15 a Bari, nella sua abitazione in piazza Sorrentino, circondato dall’affetto della figlia, Titti, del genero, Antonio e dei nipoti, della sorella e dei famigliari tutti. È morto senza sostanze. Nel senso che nel corso del suo strapotere non si è arricchito per nulla. E questa è la prova di moralità che ci ha lasciato, la misura di ciò che fu, di quel che è oggi e di ciò che è stato. Incarnazione dell’ideologia associata a un esercizio scientifico del potere, Vito Lattanzio ha lasciato sulla sponda dei vivi 84 anni di vita democristiana. I funerali si terranno domani, alle 15, nella Basilica di San Nicola, a Bari.
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 31 ottobre 2010
Fitto: con lui comunanza ideali e amicizia |
BARI – “La morte di Vito Lattanzio colpisce me personalmente e la mia famiglia. Il nostro dolore va ben oltre quello per la perdita di una personalità con la quale si è condiviso un lungo percorso politico”. Lo sottolinea in una nota il ministro per i Rapporti con le Regioni e la Coesione, Raffaele Fitto, dopo aver appreso la notizia della morte dell’ex ministro democristiano Vito Lattanzio.
“La comunanza di ideali e di sensibilità – sottolinea Fitto – è stata segnata da un rapporto di amicizia profondo che in nulla è stato scalfito dall’evolversi delle nostre scelte politiche e culturali”. “Con Vito Lattanzio – aggiunge Fitto – scompare l’esponente più interessante e vivace di un tempo della politica che aveva portato la nostra regione ad assumere ruoli di primo piano sulla scena nazionale, sia sul piano del dibattito politico che sul piano dei ruoli di governo”. “Tra l’altro va ricordato di Lattanzio lo stile con il quale – ricorda il ministro – ha attraversato una lunghissima stagione di impegno, dalle organizzazioni sociali e di categoria fino a ruoli parlamentari e di governo elevatissimi. Nel suo tragitto non dismise mai l’assoluto disinteresse personale, il distacco del professionista e l’ironia del gentiluomo che molto lo soccorse quando si cercò persino di infangarne l’onorabilità che, come era assolutamente prevedibile, gli venne resa intatta dalla stessa magistratura”. “Esempio raro ma che è stato e resta – conclude Fitto – fondamentale punto di riferimento per quanti, cattolici e laici, sentono il richiamo dell’impegno politico”. |