Roma - «Ma che faccia tosta». Francesco Storace è saltato sulla sedia quando ha letto i resoconti della convention di Generazione Italia con Gianfranco Fini, al teatro Adriano di Roma. E non per la folla. «Erano pochi – assicura il leader della Destra – noi faremo una manifestazione e saremo molti di più». Il fatto è che lui avrebbe voluto qualche parola di chiarezza su Montecarlo e invece ha sentito solo l’indignazione di Fini per il caso Ruby.

E lei non la condivide?
«Fini ha una faccia tosta incredibile. Insomma, alla fine a Berlusconi si rimprovera solo questa famosa telefonata. Se non ci fosse stata, sarebbe stato tutto tranquillo? E come si fa a mettere sullo stesso piano una cosa del genere e il contratto del cognato? Tutti sanno della telefonata in questura, nessuno saprà mai se ce ne sono state a piazzale Clodio (sede del tribunale di Roma, ndr)».

Non è normale che il presidente del Consiglio abbia i riflettori puntati addosso?
«Lui è il presidente della Camera. Fino a qualche minuto fa era anche capo del partito al quale era stato donato un appartamento per la giusta battaglia».

A adesso cosa è?
«Mi sembra un qualunque estremista dell’altro schieramento. Dice che vuole cambiare la legge elettorale che lui ha voluto, arriva a dire che non sarebbe uno scandalo il governo alternativo ed è terrorizzato dalle elezioni. Ma che differenza c’è con D’Alema? Sabato facciamo una grande manifestazione a Roma all’Eur, dimostreremo che abbiamo più militanti e simpatizzanti noi e spiegheremo all’Italia cosa vuole dire essere di destra».

C’è poca destra in Italia?
«Al contrario, è una moda. Tutti si dicono di destra. Persino Fini».

Parlerete di Montecarlo?
«Ci sarà Roberto Bonasorte. E spiegheremo, con un video, la nostra posizione che è contro l’archiviazione».

Cosa ne pensate della sentenza?
«Gli hanno fatto una cortesia iscrivendolo nel registro degli indicati un secondo prima della richiesta di archiviazione. E gli hanno fatto un favore anche sentendo solo Pontone. Che a leggere le carte mi sembra sia stato messo in mezzo».

Le sembravano veramente pochi i militanti finiani?
«La sala ne tiene seicento con quelli in piedi, facciamo mille. Hanno scelto una sala piccola, ma non è questo il dato significativo. Il fatto è che non hanno nulla da dire di coerente con la loro storia. Contraddicono quanto hanno detto e fatto negli ultimi sedici anni».

A volte la politica è solo tattica. E se la guerra la vincessero loro?
«Io penso che il rischio di un governo alternativo sia reale. La sovranità non è più un valore di riferimento, se è vero quello che ho letto nei retroscena».

Cosa?
«Che c’è un gruppo di parlamentari che non vuole andare a casa. È il colmo se si pensa che sono tutti parlamentari nominati…».

Fini ha sferrato un attacco durissimo a Berlusconi sulle leggi ad personam.
«Ha evocato l’ostruzionismo ed è il presidente della Camera. Ha preso il posto di Diliberto e Ferrando. E poi cosa ha detto per sedici anni se quelle erano leggi ad personam?».

Cosa vuole fare Fini?
«Un altro governo da portare a fine legislatura per poi fare una legge che impedisca a Berlusconi di candidarsi».