LA CRISI SECONDO I GIORNALI
Pubblicato il 12 novembre, 2010 in Politica | Nessun commento »
Il Venerdì (Curzio Maltese) – … Da anni gli economisti del Pd ci raccontano che la legge Biagi è cosa buona e giusta e moderna. Ma se il risultato di queste meravigliose riforme del lavoro è il 24% di giovani disoccupati, non sarà il caso di farsi qualche domanda? Berlusconi non si manda a casa con la questione morale, che peraltro Di Pietro è assai più efficace nello sbandierare, ma con una visione alternativa dell’Italia. In tutto, nel lavoro e nelle tasse, nel ruolo della scuola e nella laicità dello Stato, nell’integrazione e nella giustizia. Il Pd ha pochissimo tempo per elaborare e comunicare agli elettori queste nuove idee di sinistra, e quel poco lo sta sprecando nelle solite astutissime trame di palazzo di D’Alema, che al pari delle precedenti e altrettanto astute trame, falliranno.
La Nazione (Stefano Cecchi) – … On. Di Pietro lei insomma dubita che un accordo tra Gianfranco e Silvio venga ritrovato? “Fini e i finiani a Mirabello e poi a Perugia sembravano militanti dell’Idv di lunga data …
Il Messaggero (Marco Fortis) – … Con il deflagrare della crisi finanziaria e della recessione, nel 2009 il Pil e il reddito disponibile delle famiglie in Irlanda sono letteralmente precipitati. Fatto ancor più importante, la ricchezza delle famiglie irlandesi è ripiombata nel 2009 ai livelli del 2003, mentre quella delle famiglie italiane ha “tenuto” assai bene durante la crisi ed è oggi su livelli già quasi simili a quelli pre-crisi … Per non affondare come altri Paesi, …, l’Italia, che ha un alto debito pubblico ma conti privati ancora molto buoni, può scegliere solo una strada. Quella del massimo rigore sui conti finanziari della nazione seguita dal ministro Giulio Tremonti. Stando ferma, mentre gli altri Paesi arretrano tutti come gamberi, l’Italia nel 2012 sarà finanziariamente il più solido tra i grandi Paesi dell’euroarea assieme alla Germania…
Il Tempo (Marlowe) – … Nella lettera al 24 Ore, Fini ripete il suo cavallo di battaglia di «guerra alla spesa» che andrebbe fatta con tagli verticali e non, alla Tremonti, orizzontali. «Tagli mirati, verticali e precisi e non orizzontali e generici», scrive il presidente della Camera. Ma che significa tagli mirati? … Nel 2009, in clima di austerity, la Camera da lui presieduta ha approvato un piano triennale che rivendica la «crescita zero» rispetto a quanto speso nell’esercizio precedente, anziché l’incremento previsto dell’1,5 per cento annuo. Insomma, la dotazione annuale di 0,992 miliardi – non proprio bruscolini – resta la stessa del 2008 e fino al 2011. Questo sarebbe un taglio? A noi pare piuttosto lasciare le cose come stanno … Poi, come è noto, nel luglio scorso Tremonti ha chiesto un taglio vero anche a deputati e senatori: e come ha provveduto la Camera forte della propria autonomia? Lasciando intatta l’indennità parlamentare, che grava sui contribuenti per 94,5 milioni l’anno, ed invece riducendo di 500 euro al mese la diaria di soggiorno nel collegio elettorale e di altri 500 la voce «rapporto eletto-elettore»: leggi portaborse … Insomma: … sarebbe un dovere e una responsabilità aprire gli occhi sulla situazione non solo italiana, ma mondiale. E magari, sempre sul Sole 24 Ore (di martedì), leggersi un’altra lettera scritta da uno che di sicuro non è un supporter di Berlusconi: Carlo De Benedetti. «La nave del governo – dice l’Ingegnere – affonda sotto i colpi di Fini e quei tecnici convocati al tavolo del fisco somigliano all’orchestrina che suona sul ponte del Titanic».
Il Giornale (Laura Cesaretti) – … Il barometro più attendibile sullo sbocco della crisi lo davano ieri sera, nel cortile ormai semideserto di Montecitorio, alcuni deputati del Pd … Con una percentuale per il Pd attorno al 25%, l’esercito dei 217 deputati portati alla Camera nel 2008 nelle liste guidate da Walter Veltroni sarebbe destinato a perdere più o meno 80 seggi … Nelle riunioni con i suoi colonnelli … il leader del Carroccio è stato chiaro: “Io Berlusconi non lo tradirò mai. Quando sono stato male avrebbe potuto comprarsi in un secondo il mio partito, e non lo ha voluto fare. Anzi, mi ha aiutato. E una cosa così non si dimentica”. Più chiaro di così, lo stop a tentazioni divergenti non poteva essere …
La Nazione (Gabriele Canè) – … Aprire una crisi in questo momento è roba da incoscienti, dunque è bene esplorare fino in fondo ogni strada per uscirne. Se si può uscirne sul serio. Ma che non ci fosse uno spiraglio vero era assolutamente chiaro anche dopo le ultime bocciature del governo sul trattato Italia-Libia e sul nodo immigrati. Perché il problema è molto semplice: a Fini non va più bene nulla. Non gli va bene l’immigrazione, non gli vanno bene la politica economica e quella estera, la legge elettorale, la riforma della giustizia. Niente. Niente di quanto andava bene, o benino fino a ieri … La mediazione di Bossi resta un bel gesto tattico per sottolineare chi sono i buoni (Pdl e Lega) e i cattivi (i “futuristi”) …