E MARONI ANDRA’ DA FAZIO, intanto tutti zitti…parla Agnese, pardon, Fini
Pubblicato il 20 novembre, 2010 in Giustizia, Politica | Nessun commento »
Il ministro Maroni, reduce dell’ennesimo grande successo anche personale nella lotta alla criminalità organizzata, quella vera, con la cattura del super latitante napoletano Antonio Iovine, andrà lunedì sera alla terza puntata del programma di Fazio e Saviano. Dopo il tentativo vergognoso della struttura di Rai 3, servizio pubblico, pagato con i soldi pubblici, nonchè con i soldi dei cittadini che pagano il canone, di impedire ad un Ministro della Repubblica, per di più, Ministro dell’Interno, cioè il responsabile della sicurezza nazionale, di dire la sua in materia di criminalità, alla fine la Rai, dpo aver zittito il super comunista reponsabile della strutura, ha dovuto cedere il passo al diritto e al dovere di Maroni di andare in trasmissione.
Sull’assoluto diritto di Maroni di andarci si erano espressi un pò tutti, dai componenti del consiglio di aamministrazione della Rai, con in testa il presidente di sinistra Garimberti, alla Commisisone parlamentare di vigilanza sulla Rai, con in testa il presidente Sergio Zavoli, parlamentare del PD, vecchia e nobile bandiera del giornalismo targato sinistra, esponenti politici di quasi tutti i partiti e sopratutto i giornalisti, di ogni tendenza. Nel frattempo il ministro Maroni è stato ospite di altre trasmissioni, da Matrix a L’ultima parola, ma con estremo senso della misura si è rifiutato di parlare della vicenda e anche di polemizzare nello specifico con Saviano autore di un accostamento del tutto infondato tra la Lega e la criminalità organizzata presente nelle regioni del nord Italia e di un altro, squallido, tra Maroni, che si era detto indignato di questo accostamento, e un altro noto mavavitoso, da tempo assicurato alla giustizia, il cui nomignolo è Sandokan. Lunedì, quindi, Maroni, andrà in TV, su Rai 3, dove potrà dire la sua sulla questione, non certo per disconoscere una realtà che nessuno mette in discusisone, cioè l’infiltrazione anche al nord della criminalità organizzata, ma per illustrare quanto ha fatto e fa e farà il governo di cui egli è un eccellente ministro dell’Interno per arginare il dilagare della criminalità, ovunque, quindi anche al Nord, ma anche per spiegare, ci auguriamo, quanto è noto a tutti, meno, evidentemente all’incauto e spocchioso Saviano, e cioè che la criminalità, si chiami, mafia, camorra, ndrngheta, tenta sempre di interloquire con il potere, sia politico che economico, e ciò accade dai tempi di Adamo ed Eva, sotto qualsiasi bandiera e sotto qualsiasi cielo. Il punto è vedere chi, all’interno del potere, sia politico che economico, soggiace alle tentazioni e si presti ad interloquire, e chi invece ne rimane immune. Accusare la Lega, non qualche singolo esponente peraltro neanche, nella fattispecie, inquisito, di interloquire solo perchè nel Nord raccoglie molti consensi, piaccia o no, e governi molte amministrazioni pubbliche, è fuorviante e calunnioso. Spiegherà tutto ciò Maroni, e speriamo che ad ascoltarlo si fermi anche il presidente della Camera, Fini, al quale, come è noto piace ascoltarsi, un pò meno, ascoltare.
Fini invece farebbe bene ad aprire le orecchie, anche per evitare di dire sproloqui come è abituato a fare, senza interlocutori e contradditori, perchè quando parla lui pare di essere nel bel mezzo della pubblicità della pasta Agnese: silenzio, parla Agnese. Anche sulla vicenda Maroni-Saviano, Fini ha voluto dire la sua, ovviamente con i soliti toni pontificali che gli sono consueti. Sbagliando argomento e bersaglio. Ha detto Fini, parlando a Novara, che non si può negare che anche al Nord ci sia la criminalità. Ed era evidente il riferimento ad una presunta dichiarazione contraria di Maroni e della Lega, quest’ultima bersaglio prediletto di Fini, che ha spostato la polemica dalle accuse di Saviano alla Lega di “interloquire con la criminalità” alla negazione della presenza del fenomeno mafioso anche al nord. E chi mai ha negato questa purtroppo amara verità‘? Nessuno. Del resto, come è stato ricordato da autorevoli commentatori, è dagli anni ‘50 che questa presenza è registrata. E non potrebbe essere diversamente. E’ verso le aree più prosperose e più economicamente ricche di qualsiasi paese al mondo che i criminali rivolgono le loro attenzioni e allungano i loro tentacoli, è lì che si accampano per trasformare i loro guadagni illeciti in attività lecite, mentre di solito nelle regioni più povere e più economicamente arretrate viene reclutata la manovalanza di cui si serve la criminalità organizzata per i suoi bisogni. Questa realtà è ben chiara alle forze dell’ordine, alla Magistratura, alla classe dirigente, al Ministro, che hanno organizzato la loro attività di fronteggiamento e contrapposizione senza ignorarla, anzi facendone tesoro. Sparare nel mucchio, insinuare il dubbio che ci siano forze politiche che, al di là di mele marce che possono nascondersi ovunque, quindi in tutti partiti, siano organicamente contigue alla cosche criminali, non solo è grossolanamente calunnioso, ma anche stupidamente pericoloso, perchè non favorisce la coesione di tutti, elemento indispensabile per combattere e vincere la criminalità organizzata. Al nord, al sud, ovunque nel Paese. g.