Fabio Fazio e Roberto Maroni La camorra smaltisce tutto: rifiuti normali, quelli tossici, le vecchie banconote della Banca d’Italia e perfino i morti (sono rifiuti speciali anche loro) che non entrano nei cimiteri. Ieri a «Vieni via con me», il programma serale di Raitre con Fabio Fazio e Roberto Saviano, è stato il giorno dell’immondizia, un’immondizia bipartisan. Come abbia fatto Saviano a sostenere che anni e anni di emergenza rifiuti nel Napoletano e in tutta la Campania siano stati causati dalla malapolitica, ma che non è colpa di alcun politico in particolare, forse solo un po’ di Berlusconi, è difficile da capire. Ma l’ha fatto. Le parole d’ordine sono state: «I camorristi rinunciano ad una parte dei loro guadagni per dare soldi ai politici. A tutti i politici». Con buona pace del fatto che per sedici anni la spazzatura ha fatto arrivare otto miliardi di euro, lo dice Saviano stesso, in Campania. E ad un certo punto, dopo anni di amministrazioni locali rosse, arriva il governo Berlusconi. E nella trasmissione fa capolino il regista Gabriele Salvatores che ricorda con l’aria indignata (qui ce l’hanno tutti) come lui, il Cav, avesse promesso di risolvere il problema dell’immondizia e, come tutti possono vedere, non l’ha fatto. E Bassolino? E la Iervolino? Di loro non si parla. Comunque la spazzatura che arriva nel Napoletano è del Nord. Come è possibile? «Semplice – dice Saviano – i rifiuti straordinari del Nord arrivano in Campania e “magicamente” diventano rifiuti ordinari».
Poi i camorristi li vendono, sì, se li fanno pagare, dai contadini come fertilizzante e la frutta viene su ingrassata dai toner delle stampanti. Questa la trasmissione prima che potesse intervenire il ministro Maroni, quello che dei camorristi non ne parla, ma manda la polizia ad arrestarli. Maroni, sentendo il programma della settimana precedente, non aveva condiviso molte cose. Ha chiesto il diritto di replica e l’ha ottenuto. Con buona pace dei padroni di casa che preferiscono far parlare chi dicono loro. Il ministro Maroni è stato logico, ha dato una lezione su come si combattono veramente le mafie. Non con le ecoballe. «Le mafie si combattono – ha detto – dando la caccia ai superlatitanti». Non con le chiacchiere e le manifestazioni. Un discorso duro e sereno. Breve (i tre minuti canonici), ma che ha potuto contare su cifre secche ed inoppugnabili. Maroni ha elencato i tanti superboss che lui, ministro del Nord, ha fatto arrestare e alla fine ha detto: «Ne mancano solo due», lasciando capire che si sta lavorando anche per quelli. Alla fine dei tre minuti canonici Fazio, che evidentemente non aveva mandato giù il rospo di aver dovuto aprire le porte ad un’ospite così, ha polemizzato sul diritto di replica: «Se magari a me non piace come lei fa il ministro – ha detto il conduttore – poi vengo io a fare il ministro al posto suo…». Maroni, che era stato misurato e garbato è stato anche spiritoso: «Ma sì – ha risposto – venga lei a fare il ministro dell’Interno, che io me ne vado una settimana al mare». Tutta la trasmissione di ieri sera è stata una sorta di «preparazione» all’intervento di Roberto Maroni, ministro dell’Interno, del Nord. Ricordando che la spazzatura, tossica, arriva dal Nord e finisce sotto le case, le scuole, «modifica la geografia della mia regione», dice Saviano. «Vieni via con me» ieri sera è iniziato come sempre alle nove e passa.
Gli ascoltatori sono stati subito accolti dal padrone di casa Fabio Fazio che ha sparato un bel pistolotto sottolineando come siano noiosi quelli che pretendono il diritto di replica. Perché chi ne ha diritto o no lo decide lui. Primo ospite Luca Zingaretti (il commissario Montalbano) che ha letto un bel brano di Andrea Camilleri (purtroppo lui non c’era) e poi un’altra bella lettera di Carlo Fruttero sull’elogio della vecchiaia. Si sarebbe potuto fermare lì. Peccato. Non l’ha fatto. Di Luca Zingaretti sappiamo che è un grande attore. Non sapevamo che è un pessimo cantante. Da ieri lo sappiamo: ha cantato «Vieni via con me» in modo straziante. Francamente se lo poteva risparmiare, come cantante è riuscito ad essere peggio anche di Roberto Benigni. Il resto della trasmissione è stata «ordinaria amministrazione», con buoni (sicuramente) ascolti per la rete. Comprese le sparate contro il papa di Corrado Guzzanti, osannato dalla clacque. Per la felicità degli inserzionisti pubblicitari. Si perché tra una parte e l’altra della trasmissione di Fazio-Saviano vanno gli spot, come quello per il disincrostante per il water. Come in tutti gli altri programmi.

IL TEMPO, 23 NOVEMBRE 2010