Il fondatore di Wikileaks Julian Assange Dei 251.287 file diffusi da Wikileaks 11mila sono classificati come “segreti” e 9mila sono considerati “noforn”, ossia materiale considerato troppo delicato per condividerlo con il governi stranieri. Molti non sono riservati ma nessuno è segnalato come “top secret”. I file del Dipartimento di Stato Usa targati Wikileaks non risparmiano nessuno: alleati e nemici di Washington sono finiti tutti sulla graticola, dopo la pubblicazione della documentazione selezionata da New York Times, El Pais, Guardian, Le Monde e Der Spiegel.
PUTIN-BERLUSCONI NEL MIRINO - Il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi è “incapace, vanitoso e inefficace come leader europeo moderno”, scrive l’incaricata d’affari americana a Roma Elizabeth Dibble. “È fisicamente e politicamente debole, e le frequenti lunghe nottate e l’inclinazione ai party significano che non si riposa a sufficienza”. Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha chiesto all’inizio di quest’anno informazioni su eventuali “investimenti personali” del premier e di Vladimir Putin – di cui Berlusconi sembra essere “il portavoce europeo” – che “possano condizionare le politiche estere o economiche dei rispettivi paesi”. Gli Usa erano poi preoccupati per l’intesa tra Eni e Gazprom su Southstream, il mega-gasdotto che collegherà Russia e Ue.
SPIATO ANCHE BAN KI MOON - Non meno scottanti per gli Usa i file che testimoniano come Washington abbia ordinato di spiare i vertici delle Nazioni Unite, a cominciare dal segretario generale Ban Ki-moon. La direttiva “classificata”, scrive il Guardian, fu spedita a 30 ambasciate a nome della segretaria di stato, Hillary Clinton, e chiedeva la raccolta di dati personali sui rappresentanti del Consiglio di sicurezza, anche quelli occidentali, ma anche sottosegretari, consiglieri e collaboratori. Informazioni a tutto campo, comprese le password usate, le chiavi in codice usate per comunicare e anche i dati biometrici. Altrettanto imbarazzanti i profili dei vari leader mondiali: Vladimir Putin è un “alpha dog”, il maschio dominante, il presidente afghano Hamid Karzai è “ispirato dalla paranoia” e il fratellastro Ahmed Wali Karzai un “corrotto e un trafficante di stupefacenti”. Il cancelliere tedesco Angela Merkel “evita i rischi ed è raramente creativa”, Nicolas Sarkozy è “un imperatore nudo”, mentre Muhammar Gheddafi, “il dittatore più longevo del mondo”, è un “ipocondriaco”, che non gira mai senza la sua infermiera, “una voluttuosa bionda” con cui ha “una relazione”, che non disdegna il flamenco, ma anche un “politico abile” in grado di mantenere il potere per 40 anni. E ancora: gli alleati arabi degli Stati Uniti, in particolare l’Arabia Saudita, spingevano per un attacco contro l’Iran per bloccarne il programma nucleare. Non solo: in Pakistan, fin dal 2007, gli Usa hanno avviato azioni segrete, finora senza successo, per rimuovere da un reattore nucleare di Islamabad uranio altamente arricchito che “funzionari americani temevano potesse essere utilizzato per un ordigno non lecito”. La Procura di Roma ha annunciato che valuterà se vi sono gli estremi di reato, se si tratta di carte sotto segreto di Stato o definite “riservate”.
PIÙ DI 3000 MESSAGGI INVIATI IN ITALIA - Intanto, Julian Assange, che è tornato al centro dell’attenzione mondiale è di fatto un fantasma: non si sa dove si trovi, né cosa progetti di fare. È “scomparso” dal 18 novembre scorso, quando la magistratura svedese ha spiccato nei suoi confronti un mandato d’arresto internazionale per stupro e molestie, dopo l’accusa di due donne. Oggi si è collegato in videoconferenza con la conferenza dei giornalisti investigativi ad Amman, in Giordania. “La Giordania non è il posto migliore dove stare se ti cerca la Cia”, ha detto Assange, spiegando di non poter rivelare dove sia in questo momento. Il sito web ha subito nel tardo pomeriggio un attacco informatico che lo ha di fatto oscurato per diverse ore. I responsabili hanno subito annunciato che i file sarebbero stati resi noti dai media che li avevano avuti in anticipo. E così è stato: la documentazione conta circa 260.000 file dal 1966 al 2010. Tra questi, sono “3.012″ – scrive El Pais – i file inviati dalle sedi diplomatiche americane in Italia. Non è escluso dunque che tra le centinaia di migliaia di pagine si celino ulteriori scottanti segreti. “È l’11 settembre della diplomazia”, aveva detto il ministro degli Esteri Franco Frattini a poche ore dalla pubblicazione, dando voce alla preoccupazione del mondo e del governo italiano. “La Cernobyl della politica internazionale”, aveva avvertito la stampa israeliana. Forse non hanno sbagliato.
DISPACCI COLORITI - La visione dei diplomatici di Washington riguardo ai politici internazionali è un caleidoscopio di immagini decisamente poco consone alle feluche. Nella selezione fatta dal Guardian, uno dei quotidiani che ha visionato il materiale in anticipo, le immagini colorite si sprecano. La relazione tra il presidente russo Dmitry Medvedev e il premier Vladimir Putin è descritta come se Medvedev “giochi a fare Robin con il Batman-Putin”. Kim Jong-il viene descritto come un “vecchio tizio flaccido” e qualcuno che comunque ha sofferto “traumi fisici e psicologici” a causa dell’icuts. L’ambasciata americana a Parigi ricorda lo stile “autoritario” del presidente Nicolas Sarkozy, abituato a bacchettare frequentemente la sua squadra e lo stesso premier. Né vengono risparmiati alleati-chiave: il presidente afghano Hamid Karzai è “un uomo estremamente debole che non ha ascoltato gli eventi e che invece si è lasciato influenzare da qualcuno venuto per raccontargli le storie più bizzarre e complotti contro di lui”. Nello Yemen, il presidente Ali Abdullah Saleh è stato “sprezzante, annoiato e impaziente” durante l’incontro con John Brennan, vice-consigliere di Barack Obama per la sicurezza nazionale. Robert Mugabe, presidente dello Zimbabwe, è semplicemente bollato come “il vecchio pazzo” da Maite Nkoana-Mashabane, ministro sudafricano per la cooperazione internazionale, in un rapporto da Pretoria. E il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, è “elegante e affascinante”, ma non mantiene le promesse.

……Il colorito e non piacevole ritratto del presidente Berlusconi come emerge dai documenti diffusi da Wikileaks ha provocato, secondo quanto riferito da che ci ha parlato, una gran risata da parte di Berlusconi. Infatti il giudizio di una modesta fiunzionaria dell’ambasciata americana a Roma non può che provocare un sorriso, tanto appare superficiale e per lo più ripreso da qualche quotidiano di sinistra. e questo la dice lunga sulla diplomazia americana.