Eccolo, l’anti-Saviano: Vittorio Sgarbi. Chi, se non lui, può raccogliere la sfida di inventarsi una trasmissione di forte impatto che possa raccogliere un pensiero diverso da quello ecologista-pacifista-buonista di sinistra che si è raccolto intorno allo show Vieni via con me? E così il critico, dopo l’ultima vicenda delle associazioni pro-life che non hanno ottenuto diritto di parola nello show di Fazio (per replicare ai sostenitori dell’eutanasia), ha deciso di scoprire le carte.
Da tempo il bellicoso intellettuale stava progettando insieme ai vertici Rai di organizzare una trasmissione alternativa, in cui parlare soprattutto di cultura, di valori, dei temi alti della vita, insomma da Michelangelo a Dio. E da anni l’area culturale e politica più vicina alla destra e al pensiero liberale cerca un campione che possa reggere il confronto televisivo, anche se Sgarbi è ben lungi dall’essere inquadrato in qualsiasi categoria politica o ideologica. Comunque sia, ieri, Sgarbi ha confermato l’avvio del progetto e gli incontri avvenuti con il direttore generale della tv di Stato, Mauro Masi. Lo show dovrebbe avere una vetrina importante: le prime indiscrezioni parlavano di sei puntate in prima serata su Raiuno, anche perché Sgarbi o gioca in grande oppure non comincia nemmeno. «In realtà – spiega il sindaco di Salemi – ora cominciamo con realizzare un numero zero, poi studieremo la rete e la collocazione giusta. Potremmo partire già da gennaio. L’importante è che vada in onda in prima serata per avere una risonanza tale da rispondere ai dibattiti suscitati da Fazio». Tanto che nel primo giorno di messa in onda verrà dato spazio ai movimenti che si battono contro l’eutanasia e che avrebbero voluto parlare a Vieni via con me. «L’idea che una persona che assiste un malato non possa parlare in tv è assurda – aggiunge -. Queste persone avranno lo spazio che serve per affrontare problemi profondi e parlare del bello, di spiritualità, grazia, miracolo, mistero e vita. Una trasmissione così l’avevo già in mente vent’anni fa, la stavo progettando con Gugliemi, si doveva chiamare Forza Italia!».

Ma il critico non ha intenzione di realizzare un ennesimo talk show dove litigano esponenti pro e contro qualcosa (come, del resto, non è neanche quello di Fazio), ripartirà invece da Sgarbi-quotidiani, la sua famosa rubrica in onda su Canale 5. In sostanza, i temi saranno decisi dal conduttore, ma si darà possibilità di replica, a chi ovviamente ha titolo e testa per parlare. «Se ha avuto un merito Saviano – continua il critico – è stato quello di dimostrare che il pubblico non si annoia quando si articola un discorso più lungo di tre minuti, al contrario di quello che sosteneva Bernabei (lo storico direttore della Rai), indicazione che ha condizionato tutta la nostra tv. Invece milioni di persone sono rimaste inchiodate ad ascoltare monologhi di venti minuti, come facevo io a Sgarbi Quotidiani e come farò nella prossima trasmissione». Il titolo non è stato ancora deciso. «Potrebbe essere, ma dico così per dire, Vieni via con noi o Il bene e il male, l’importante sono i temi: nella prima puntata vorrei parlare di Dio, nella seconda del falso e del vero, nella terza dell’onore». Un esempio: si annuncia che si parla di Andreotti, in realtà non si tratta del personaggio politico, ma di Libero Andreotti, artista toscano; oppure si lancia un dibattito su Gelli, non il capo della P2, ma Lelio Gelli, scultore fiorentino.

Ora vedremo se i dirigenti Rai, che pure hanno sollecitato Sgarbi a realizzare una trasmissione di questo tipo, avranno il coraggio e la forza di mandarla in onda in prima serata. Intanto gli stessi dirigenti domani dovranno vedersela con l’ultima puntata di Vieni via con me: oltre alle proteste dei movimenti pro-life esclusi dallo show, ci saranno sicuramente polemiche per l’argomento che affronterà Saviano nel suo monologo: il terremoto dell’Aquila e tutti i problemi legati alla ricostruzione con le conseguenti critiche all’operato del Governo.

.……Ci auguriamo che il progetto vada in porto. Sgarbi è l’unico,  tra gli intellettuali e uomini di cultura di destra,  che sia in grado di inventare e condurre una trasmisisone di cui si ha grande bisogno, una trasmissione che riesca ad essere per la destra ciò che lo sono per la sinistra quelle condotte dai Fazio, dai Santoro, dai Floris,  e compagnia cantando.