I funerali di Mario Monicelli, il grande regista che a 95 anni si è suicidato gettandosi dal balcone della clinica in cui era ricoverato, è stata occasione  da una parte di  polemica tra  fautori e contrari   dell’eutanasia e dall’altra per consentire ai soliti noti di tentare di usare la morte del regista come estremo atto di accusa del Monicelli, uomo di sinistra, contro il govenro della destra. Sciocchezza, quest’ultima che si commenta da sè ma come por freno alla logorrea della direttrice dell’Unità ceh di questa tesi si è fatta portavoce con una lettera aperta al defunto Monicelli suo suo giornale? Solo con l’ironia di Filippo Facci. Eccola.

Cara Conchita,

ciao, sono il Monicelli, sono l’anima de li mortacci tua, sono il Mario, quello hai evocato nel tuo editoriale sull’Unità che hai titolato «Caro Mario» per scassarmi i coglioni – scusami – anche da morto: sono qui in Purgatorio che sbrigo scartoffie (stavo per entrare in Paradiso, ma la Binetti e la Roccella hanno fatto ricorso) e voglio dirti che no, ascolta, la devi piantare di associarmi a ’sti giovinastri che occupano stazioni e autostrade spaccano vetrine e rovesciano autoblindi, tu non l’hai letta la mia ultima intervista che ho rilasciato per il libro «Gioventù sprecata» nel giugno scorso: dico che oggi i giovani sono «disinteressati a tutto, gran mammoni viziati, isolati, adagiati sul consumismo, senza interessi, senza il coraggio di dire niente, incapaci di avere qualcosa da dire in contrasto con gli altri».


E tu mi associ a ’sti pecoroni con lo zainetto firmato, a me che di sinistra lo fui davvero, a me che Benigni mi sta qua, a me che sdoganai l’Alberto Sordi che voi morettiani avete snobbato esattamente come Totò e Pietro Germi, a me che già nel ’77 vi spiegai tutto di quel «Borghese piccolo piccolo» che non vi votava e non vi vota, a me che l’odiato maschilismo l’ho fatto trionfare in «Amici miei», a me che devo pure leggermi i tuoi editoriali, adesso,  in cui spieghi che terapia tapioco come se fosse Antani. A me: che io so’ io, e voi siete Conchita.

02/12/2010