Mentre si avvicina l’ora X, si fa sempre più incandescente il clima tra i contendenti che si affronteranno maretì alla Camera sul voto di sfiducia (o fiducia?) al governo Berlusconi. Ad infiammare il clima, già acceso, la notizia che il governo Berlusconi sta recuperando consensi da parte di parlamentari che, secondo gli irritati capataz del fronte del no, sarebbero stati acquistati.  Come rileva Sallusti nel suo editoriae di oggi, sinora sono stati 89 i parlamentari che hanno cambaito casacca e ben 50 sono quelli che hanno abbandonato il PDL conteggiando i 36 che con Fini hanno dato vita al FLI. Cambi di casacca che sono stati deplorati e stigmatizzati, ma nessuno ha mai detto che gli 89 sis arebbero venduti per danaro. Per scelte politiche sbagliate, certo, m anon per danaro. Invece,  ora che alcuni parlamentari,  alla luce del sole hanno deciso di non ritrovarsi fra quanti in un momento così gravido di problemi per il Paese, per la sua economia, per il rischio di diventare oggetto di speculazioni internazionali, vogliono far cadere il governo con una ammucchiata che non è un buon viatico per il futuro immediato,   e hanno deciso di sfilarsi da questa sorta di sicidio cllettivo e di sostenere il govenro, apriti cielo, si è scatenata la caccia con la chiamata in soccorso della Magistratura alla quale non è parso vero di poter ancche in questo caso svolgere il ruolo, anomalo, di sostituto dei soggetti delegati dalla Costituzione a governare il Paese. E’ sceso in campo anche l’ex procuratore di Milano, Borrelli, del quale si ricorda l’invio a Berlusconi, a Napoli, nel 1994, durante il vertice mondiale contro la criminalità, dell’avviso di garanzia che si rivelò una bufala per reati dai quali Berlusconi fu assolto senza peraltro che Borrelli che prima del racapito dell’avviso di garanzai a Berlusconi, lo fece tenere al Corriere della Sera. Ebbene Borrelli, cavallerizzo pensionato, si è affrettato a dire la sua sulla questione sostenendo che il cambio di casacca in cambio di soldi è corruzione: ecco, appunto, in cambio di soldi ma di ciò non c’è nè traccia, nè prova. E allora perchè mai la Magistratura si è lanciata nella mischia, dimenticando che per gli 89 casi precedenti, senza dimenticare le centinaia di altri casi che pure si sono registrati nella storia parlamentare e non del Paese, mai era scesa in campo? Alla fine degli anni 50, a Napoli, 7 consigleiri comunali monarchici eletti nelle lista del Comandante Lauro, dalla sera alla mattina cambiarono casacca, aderirono alla DC e firmarono la siducia al mitico comandante che fu costretto alle dimisisoni. I “sette puttani”,  come li chiamò all’indomani Alberto Giovannini, grande giornalista e direttore del quotidiano laurino Roma, storica testata del giornalismo meridionale, non ancora caduto nelle mani di Bocchino, decretarono la fine del laurismo e mai nessuno, al di là delle deploraszioni politiche, acnhe forti, come appunto quella di Giovannini, si sognò di scomodare la Magistratura, nè la Magistratura, allora e dopo, si è mai sognata di scendere in campo sulla scorta di dichiarazioni che hanno più sapore diffamatorio che probante. D’altra parte, e vienme ricordato, la Costituzione non vincola al mandato i parlamentari che rispondono solo alla loro coscienza. E’ così solo quando si tratta di votare contro Berlusconi e non è così quando si tratta di votargli a favore? Davvero c’è da rimanere stupefatti dinanzi a questa distorsione applicatica della Carta Costituzionale a secona di chi sia il soggetto destinatario o vittima dei cambiamenti di casacca. Certo, anche questa previsione costituzionale meriterebbe una rivisitazione e una riparapetrazione nell’ambito del contesto attuale rispetto al momento in cui la Costituzione fu scritta. Ma in questo caso il signor Fini, il regista principale della crisi atraverso la quale si vuole  porre fine, traumaticamente, alla esperienza non solo del governo Berlusconi, mapiù vastamente  alla sua esperienza politica e ancor più al grande sogno di un fronte conservatore capace di opporsi e di vincere il fronte pseudoprogressista, non avrebbe avuto la possibilità di realizzare il suo progetto. Ma abbiamo fondata speranza che nonostante tutto il progetto di getare nel caos il Paese e la democrazia rappresentativa che sta nella testa di Fini comunque non si realizzerà. Anche grazie al libero pensiero di uomini liberi. g.

….E’ di poche minuti fa la notizia  che una decina di parlamentari del FLI (8 deputati e 2 senatori) hanno sottoscritto una lettera insieme a dieci parlamentari del PDL con cui chiedono a Fini e ovviamente  a Berlusconi di avviare una seria trattativa, previo rinuncia di Fini a votare la sfiducia. Anche questi dieci parlamentari del FLI sono “venduti”?