IL METODO SCILIPOTI (E QUELLO WOODCOCK), di Alessandro Sallusti
Pubblicato il 18 dicembre, 2010 in Politica | Nessun commento »
Sta per scoppiare un’altra bufera originata da intercettazioni illegali che avrebbero interessato mezzo governo e parte del Parlamento, ascoltati dal grande fratello che ormai da tempo agisce nel nostro Paese al di là e al di sopra delle leggi. Lo anticipa questo editoriale di Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale che pubblichiamo. E intanto Berlusconi annuncia il varo del disegno di legge di riforma della Giustizia. Al più presto, prima che sia tropo tardi e che si realizzi definitivamente nel nostro paese il peggiore dei governi, il governo dei giudici. g.
È una questione di metodo, hanno rinfacciato a questo Giornale quando abbiamo pubblicato la condanna di Dino Boffo per molestie telefoniche a sfondo sessuale o svelato il pasticcio brutto di Gianfranco Fini e della casa di Montecarlo. I paladini del moralismo ritenevano che il nostro giornalismo fosse un metodo disdicevole perché attaccava la persona nella sua vita privata. A parte che non c’è nulla di più pubblico di una condanna o della vendita di una casa intestata a un partito, gli stessi signori, giornali e trasmissioni televisive hanno messo nel loro personale tritacarne Domenico Scilipoti, il parlamentare di Di Pietro che ha lasciato l’Idv e ha votato la fiducia al governo Berlusconi. Insulti, pesanti sberleffi, agguati a parenti (compresa la madre novantenne), la sua vita privata messa in piazza con spregiudicatezza, accuse pesanti messe nero su bianco senza il ben che minimo riscontro.
Ma il «metodo Scilipoti» non fa scandalo, anzi diverte intellettuali, professorini del giornalismo, noti conduttori bacchettoni. Sparare a caso su Scilipoti non provoca l’intervento dell’Ordine dei giornalisti. E tutto questo perché chi decide di stare con Berlusconi, addirittura di contribuire a non fare cadere il suo governo, non merita nessun rispetto e tutela da parte di quegli stessi intellettuali e politici che sul «metodo Boffo» hanno costruito una stagione di grandi successi.
Funziona così questo Paese, in tutti i campi, compreso quello della giustizia dove vige impunito il «metodo Woodcock», il pm napoletano che, insieme ad altri colleghi, ha raccolto intercettazioni telefoniche, verbali di pedinamento (con tanto di foto allegate) che coinvolgono ministri, sottosegretari, deputati e senatori. Mezzo governo e un pezzo di Parlamento è stato spiato senza una precisa ipotesi di reato. Così, a strascico si dice: una telefonata tira l’altra e via. Tutele e leggi per i pm non contano. In cinque mangiano al ristorante?
Indaghiamo, può essere la prova che fanno parte di una associazione segreta. Così dopo la P2 e la P3, sta per irrompere sulla scena la P4. Questo è il metodo che piace a Di Pietro e ora anche a Bocchino e Fini. Quintali di spazzatura raccolta a Napoli stanno per invadere di nuovo l’Italia. Ma non sono quelli lasciati dai cittadini per strada. Prepariamoci a una nuova stagione di veleni. Alessandro Sallusti, Il Giornale, 18 dicembre 2010