Cesare Battisti Una beffa per il nostro Paese, è un insulto alle vittime del terrorista. Lula concederà a Cesare Battisti l’asilo politico. Non è ancora ufficiale, lo sarà fra qualche ora, ma le anticipazioni che arrivano dal Brasile non lasciano dubbi. Così la politica italiana si accorge solo ora quale misfatto al diritto si stia compiendo. C’è chi manifesta, chi grida e chi chiama in causa il governo. Ma se Battisti invece che scontare l’ergastolo per quattro omicidi si godrà beatamente il sole sulle spiagge di Copacabana sarà una sconfitta per l’Italia intera. Per la maggioranza e per l’opposizione. Il governo non è riuscito a farsi valere, ma avrebbe avuto bisogno di uno sforzo maggiore da parte di quella sinistra che ha fatto del presidente Lula un santino. Oggi a che vale prendersela con il premier, addirittura mettendo sotto accusa gli accordi commerciali con il Brasile? Cosa avrebbe dovuto fare? Tagliare i ponti con un Paese come quello sudamericano, ormai potenza economica mondiale? Siamo seri.
Certo che con il Brasile qualcosa di più andava fatto. Ma da tutti. Per esempio spiegando a Lula, e potevano farlo soprattutto i compagni della sinistra, che quel signore si è macchiato di omicidi. È un killer e della peggiore specie. Che contro di lui non ci sarebbe stata vendetta, ma solo giustizia. E che nelle nostre carceri non avrebbe rischiato nulla. Noi non sappiamo come siano le prigioni brasiliane, ma dubitiamo che ci lavorino delle guardie carcerarie che piangono la morte di un prigioniero suicida. Questo invece è successo a Roma proprio ieri. Così veniamo a un altro punto. Chi ha fatto di tutto per accreditare l’idea che l’Italia sia sotto il dominio di un sistema parafascista? Chi ha parlato di Berlusconi come di un dittatore? Chi ha lanciato l’allarme, anche a livello internazionale, su una caduta dei diritti? Chi ha contribuito a corrompere l’immagine all’estero del nostro Paese perfino gioendo di giudizi falsi e gratuiti sulla stampa internazionale? Dietro alla decisione di Lula non c’è anche questo? Pensiamo proprio di sì. E chi ha avuto il coraggio di prendere posizione duramente e pubblicamente contro quelle firme di solidarietà al terrorista di pseudo intellettuali di sinistra raccolte in Francia e in Italia? Sono 1.500, tra loro c’è stato anche Saviano che nel 2009 però ha ritirato questa adesione. A loro si sono affiancati Gabriel Garcia Marquez e 500 scrittori sudamericani. Perchè la sinistra non ha reagito? Fa rabbia vedere esponenti dell’opposizione gettare la croce solo sull’Esecutivo. Ma loro cosa hanno fatto? Nulla, anzi aspettavano solo questo per una nuova offensiva polemica. No, non può essere così.

Puntino il dito sul compagno Lula, su tutti i compagni che a questa decisione in vario modo hanno contribuito. Al presidente brasiliano va detto con un coro unanime che si rende responsabile della messa in libertà di un assassino, di un rapinatore, di una belva. Non di un politico dissidente. Per finire il suo mandato da Presidente, Lula ha scelto il modo peggiore. Giuseppe Sanzotta, Il Tempo, 30 dicembe 2010