IL BRASILE RIAPRE IL CASO BATTISTI
Pubblicato il 5 gennaio, 2011 in Cronaca, Politica, Politica estera | Nessun commento »
Qualcosa si muove. Il presidente del Supremo Tribunal Federal, Cezar Peluso, ha ordinato ieri di riaprire il dossier relativo all’estradizione di Cesare Battisti presso l’Alta Corte brasiliana, a seguito della richiesta di scarcerazione dei legali dell’ex terrorista rosso e del ricorso presentato dagli avvocati dell’Italia per bloccare tale richiesta. Lo rende noto un comunicato dell’Stf, rilevando che Peluso ha ordinato di «disarchiviare» il procedimento e di allegare agli atti la richiesta «dell’immediato rilascio» di Battisti presentata ieri dopo il diniego all’estradizione deciso il 31 dicembre dall’ex presidente Lula.
Sembra, dunque, pagare l’agreament scelto dal governo italiano che ieri si è schierato compatto in civili manifestazioni contro la decisione di Lula. E l’umana grandezza di Silvio Berlusconi era racchiusa ieri pomeriggio (prima delle notizie di altro fuso orario) nello sguardo di chi non ha digerito un’incomprensibile presa di posizione, una smorfia che nascondeva una commozione forte quando il premier si è avvicinato alla sedia a rotelle di Alberto Torregiani, occhi umidi e straordinaria compostezza, in piazza Navona, sotto l’ambasciata del Brasile.
Fotogrammi di una civile quanto determinata protesta, una risposta di grande stile dinanzi a chi ancora una volta dai banchi sgangherati dell’opposizione, ha trovato modo di speculare persino su una storia così amara. Ma quale assenza del governo nella vicenda? Piuttosto, dove erano i «sinistri» fan dell’estradizione quando il signor Battisti si avvaleva della dottrina Mitterand? «È un vero criminale», ha detto di Cesare Battisti il premier. E il concetto è rimbalzato ieri in tutta Italia nelle manifestazioni organizzate davanti alle sedi diplomatiche brasiliane per protestare contro il «no» all’estradizione. La gente che vi ha partecipato pretende che il criminale Battisti non resti impunito e non esita a definire l’ex presidente brasiliano Lula «un vigliacco», un «complice dei terroristi».
Una condanna consapevole che ha unito le principali città italiane, da Milano a Firenze, da Bari a Napoli, da Torino a Roma, dove però esponenti della maggioranza e dell’opposizione hanno manifestato da «separati in piazza». In campo, oltre ai politici, anche familiari delle vittime del terrorismo, studenti e persino brasiliani. A Roma, una Piazza Navona invasa dalle bancarelle delle festività natalizie ha ospitato il sit-in di protesta più ampio al quale hanno aderito, in varie fasi, un migliaio di persone. Un commosso Alberto Torregiani, figlio del gioielliere vittima dei Proletari armati per il comunismo e vittima a sua volta, si è detto soddisfatto da questo «sit-in popolare» senza bandiere di partito «uniti per una battaglia: ottenere l’estradizione dell’ex terrorista».
Ma neppure il caso Battisti ha unito maggioranza e opposizione: infatti, gli esponenti del Pdl e quelli del Pd e dell’Idv hanno manifestato in momenti diversi e separatamente. Tra i più decisi il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: «In Parlamento ci saranno iniziative a sostegno dell’azione di governo per chiedere l’estradizione dal Brasile di Cesare Battisti e speriamo che su questo ci sia la condivisione di tutte le forze politiche». «Si tratta di una manifestazione serena – ha sottolineato Gasparri – vogliamo seguire la via del diritto per difendere le ragioni delle vittime». Dal canto suo, il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto, con al fianco il ministro della Gioventù Giorgia Meloni, non ha esitato a definire Battisti un «criminale» e a condannare «l’ambiguo» ruolo della Francia. Marino Collacciani, Il Tempo, 5 gennaio 2011