I due, da sempre in lizza e in competizione fra loro, per divenire  ciascuno “l’erede” di Berlusconi, oggi hanno dato fiato alle loro trombe e si sono esibiti come clown nel circo della ipocrisia quale è ormai la politica italiana.

Ha iniziato Casini, questa mattina, appena si è appresa la notizia che la Cassazione aveva respinto il ricorso dei legali dell’ex presidente della Sicilia, Totò Cuffaro, confermando e rendendo esecutiva la sentenza a 7 anni  di carcere per favoreggiamento aggravato alla mafia.  Cuffaro, ora senatore ex  udc, dopo la sentenza si è presentato  spontaneamente a Rebibbia e si è costituito. Subito dopo,  Casini, insieme a Follini, ha diramato un comunicato nel quale entrambi hanno espresso il convincimento che Cuffaro è innocente aggiungendo però che le sentenze si rispettano. Ora, delle due, l’una. O Cuffaro è innocente, come i due ex gemelli della covata forlaniana e democristiana si sono  dichiarati certi,  e allora la sentenza è sbagliata e non si capisce perchè debba essere rispettata, oppure la sentenza va rispettata perchè è giusta e quindi Cuffaro è colpevole. Siamo, come è evidente, alla saga della ipocrisia, al solito metodo del barcamenarsi tra l’incudine e il martello, alla solito tentativo di salvare capre e cavoli che nel caso di Cuffaro è solo il tentativo di giustificare  la lunghissima alleanza politica che ha legato entrambi, Casini e Follini, a Cuffaro,  ai cui voti essi devono la loro soppravvivenza politica ed elettorale. Noi non sappiamo se Cuffaro è innocente ma prendiamo per buona la dichiarazione di Casini (di Follini non val la pena di parlare) circa la innocenza di Cuffaro: se così è, lo ribadiamo, va da sè che la sentenza è sbagliata e se lo è vuol dire che qualcosa non funziona nella giustizia italiana, la stessa che da 17 anni tiene sotto scacco la politica italiana e la costringe ad essere subalterna del potere giudiziario che da Tangentopoli in poi si è arrogato il diritto di dettare la linea della politica. E se così fosse, Casini è responsabile anche della sentenza ingiusta che colpisce il suo (ex) amico Cuffaro perchè ha impedito al centrodestra, durante il quinquennio nel quale egli, Casini, fu presidente della Camera, di varare una riforma della giustizia che riequilibrasse i poteri e sottraesse la politica ai condizionamenti della magistratura, ripristinando, intanto, l’art. 68 della Costituzione che vollero i padri costituenti, che proprio sprovveduti non erano,  nel 1948, proprio per preservare la politica dalle intromissioni della magistratura. Così non è stato fatto, in quel quinquennio, principalmente per colpa di Casini che ora non può, a conforto di Cuffaro che stanotte dormirà in cella, e vi rimarrà a lungo,  forse innocente,  stando a ciò che dice Casini, uscirsene con la certezza che lo stesso Cuffaro è innocente e non è mafioso, anzi non è mafioso anche se potrebbe essere colpevole, ma senza l’aggravante della consapevolezza come aveva sostenuto ieri lo stesso magistrato d’accusa che pur aveva “letto le carte”.

Sin qui Casini. Dopo Casini, gli stessi ruoli, dal 2008,  li ha ricoperti Fini, sia quello di presidente della Camera, sia quello di ostacolo alla riforma della giustizia. Stamattina Berlusconi, per la prima volta dopo mesi, ha pubblicamente accusato Fini di essere responsabile di aver impedito la riforma della giustizia, anzi tutte le riforme e di aver ispirato un tentativo eversivo per ribaltare il voto del 2008 e poi tutti gli altri  che dal 2008 sino al 2010 hanno confermato a Berlusconi e al centrodestra   il consenso maggioritario degli elettori italiani. Accuse alle quali Fini ha replicato con i soliti sofismi a cui fa ricorso quando, come spesso gli capita, non argomenti seri da esporre che non siano i vaniloqui di sempre,   ma  non spiegando perchè ha impedito che andasse in porto la legge sulle intercettazioni che violano così pesantemente la vita privata dei cittadini e perchè ha impegnato i suoi pasaradan nell’azione di disturbo nella maggioranza per impedirle di portare avanti il programma di riforme, prima cfra tutte quella della giustizia,  che aveva ricevuto il voto degli elettori, ma facendo il verso, sino a giungere ad una squallida  e calcoalta scissione nel centro destra,  ai peggiori giustizialisti della sinistra, come ha osservato giustamente l’on. Cicchitto,  ossessivamente impegnata a perseguitare Berlusconi contando sull’aiuto della magistratura politicizzata.  Quella stessa che nei desideri di Fini doveva e deve aprirgli la strada alla successione di Berlusconi alla guida di un  centrodestra  che, a sentire lui, deve essere  diverso da quello berlusconiano che è solo “una caricatura”, dice Fini,  del centro destra. E’ vero,  deve essere diverso, perchè non  sarebbe il suo un  centrodestra ma al più   sarebbe la caricatura neppure del centrosinistra ma della sinistra estrema e massimalista, atea e laicista, ossessivamente giustizialista (solo per gli altri, non per chi fa avere contratti milionari in RAI alle suocere casalinghe o svende beni di partito a cognati nullafacenti  e anche un pò papponi) che ha  nella FIOM il suo portabandiera, in attesa che a prenderne il posto sia proprio Fini. Ma solo fisicamente, come portabastone. g.