DOPO PRIAPO CI ASPETTANO SOLO LE “MEZZEPIPPE”
Pubblicato il 23 gennaio, 2011 in Costume | Nessun commento »
Quando Berlusconi mollerà, tirerò un sospiro di sollievo perché il sesso non sarà più organo di Stato, non andrà più in viva voce nel pianeta, non servirà più per abbattere i governi e far scattare allarmi costituzionali, ma riguarderà solo intimi piaceri e vite private. Quando Berlusconi mollerà, tirerò un sospiro di sollievo perché i magistrati mammasantissima non avranno più alibi per decidere sui governi, la tv, la vita e il voto degli italiani. Dovranno occuparsi di giustizia e non origliare sesso, dovranno far funzionare i tribunali e non sfasciare i governi.
Quando Berlusconi mollerà, sarò felice perché Di Pietro, l’Italia dei livori, i media e gli altri dovranno trovarsi un mestiere, avendo perso la loro unica ragione pubblica d’esistere. E in tv non vedremo più Porca a Porca. Quando Berlusconi mollerà, sarò felice perché la sinistra non potrà più campare sulle erezioni del premier satiro. Quando Berlusconi mollerà, sarò felice perché le Tre Grazie Gian Pier Fran, indossatori del Nulla, dovranno dire da che parte stanno e non potranno più gufare sugli errori e sulle zoccole altrui. La satiriasi è una malattia ma non vale una crisi al buio che inguaia l’Italia intera. Se Berlusconi è il male, i suddetti sono nell’ordine il Peggio, il Vuoto e il Nulla. Il Peggio è il Paese che odia, il Vuoto è la sinistra che manca, il Nulla è il terzismo che affumica.
Dicono in coro che ci vuole decoro. Giusto. Ma il decoro è una categoria etica, in parte politica, per nulla giudiziaria. Non sono i giudici a sanzionarlo. Misura il contegno, non la fedina penale. Se è in gioco la morale si esprimano condanne morali, non penali né politiche. Perfino Kant diceva «la legge morale dentro di me», mica invocava magistrati, gendarmi e parlamento. Il priapismo è un male antico del potere e non è tra i più gravi. E il decoro dei politici non riguarda solo i peccati di sesso, ma il rispetto dei ruoli e del popolo sovrano, l’uso e l’abuso delle risorse pubbliche, la lealtà. Quando resteranno i decorosi, i decorati, i decoratori, capiremo cosa ci siamo risparmiati in questi anni. Dopo Priapo verranno le mezzeseghe. Il Giornale, 23 gennaio 2011