Un vertice lungo due ore. Poi la decisione. Si va avanti. “Non penso al voto anticipato, Berlusconi vuole vedere il risultato delle votazioni di oggi” sulla vicenda Ruby. Così il leader del Carroccio Umberto Bossi ha accontanto la richeista di elezioni anticipate avanzata ieri in caso di pareggio in bicamerale sul federalismo. E il premier si è confidato con i suoi dopo il faccia a faccia con lo stato maggiore leghista: “Il patto con la Lega è saldo. Il governo va avanti”. E non arretra sul federalismo. Questa la posizione emersa al termine del vertice tra Pdl e Lega a palazzo Grazioli. “Si va avanti, nessuna retromarcia, non facciamo precipitare la situazione, il federalismo è una riforma prioritaria per l’azione dell’esecutivo” è l’invito rivolto da Berlusconi a Bossi. Il presidente del Consiglio ha spiegato al Senatùr che la maggioranza ha i voti per poter proseguire la legislatura.

Nonostante l’ultimo tentativo della Lega, la maggioranza viene respinta. Senza perdite, per ora. Ma le conseguenze politiche del pareggio sul federalismo sono tutte da studiare. La mela si divide a metà. La maggioranza con i suoi 15 voti da una parte. L’opposizione con gli altri 15 dalla parte opposta. Decisivo in bicameralina il parere negativo del finiano Mario Baldassarri. Nonostante i tentativi del governo, che ha cercato di scongiurare fino all’ultimo momento questo risultato modificando il testo più volte, la commissione per l’Attuazione del federalismo fiscale si è espressa sul parere del relatore con 15 voti favorevoli e 15 voti contrari. A questo punto, il parere formulato dal relatore è sostanzialmente respinto.

La Lega ha tentato di votare per parti separate i pareri al provvedimento sul federalismo municipale in esame alla bicamerale. Il tentativo, però, è stato bocciato dall’opposizione. Per evitare il blitz Massimo Barbolini e Felice Belisario (Idv) hanno ritirato le loro relazioni e quindi la Lega ha ritirato la propria proposta. Dimostrazione di quanto il Carroccio tenesse alla riforma cardine del suo programma di governo. Ora si attendono le reazioni ufficiali di Bossi e dello stato maggiore leghista. Il Senatùr nella serata di ieri aveva chiuso all’ipotesi pareggio: “O un sì o alle urne”. Mentre stamattina, entrando a palazzo San Macuto per la riunione della commissione, il leader della Lega si era lasciato sfuggire solo uno: “Spero che il federalismo passi”.

Lo aveva annunciato e non molla la presa. Il Pdl vuole andare avanti lo stesso. “È solo un parere consultivo. Si può andare avanti ” spiega Antonio Leone, parlamentare del Pdl, lasciando palazzo San Macuto. “Il pareggio sul voto in bicamerale non ci preoccupa, nel senso che rimanderemo l’approvazione del decreto nell’aula di Montecitorio, tra circa 30 giorni” è l’analisi fatta da Osvaldo Napoli, vicepresidente vicario dell’Anci e vicecapogruppo Pdl alla Camera. “Vorrei tranquillizzare soprattutto – ha aggiunto – i colleghi della Lega, a cui ribadisco di stare tranquilli e di attendere il voto in aula”. Sicuro anche il presidente della bicameralina, Enrico La Loggia: “Adesso si va a fare il decreto. Ma quale casa… È come se il parere non fosse stato espresso. Quindi andiamo avanti, andiamo a lavorare. Andiamo avanti – specifica ancora – con il testo del decreto modificato che ha già avuto l’ok della commissione bilancio al Senato”. E ad assicurare che il Goveno non si stopperà, c’è anche uno dei coordinatori del Pdl, Denis Verdini. Lasciando la residenza del premier, poi, il presidente vicario dei senatori Pdl, Gaetano Quagliariello, ha risposto “No” ai giornalisti che gli chiedono se vi sia un problema, dopo il voto, finito in pareggio, sul federalismo municipale. FONTE: IL GIORNALE 3 FEBBRAIO 2011