L’ultima novità che esce dalla bocca di Ruby riguarda un altro personag­gio famoso, il calciatore Cristiano Ronaldo. La ragazza, in uno dei tanti interrogatori, sostiene di avere fatto sesso con lui quando era ancora mi­norenne, che il fuoriclasse del pallo­ne sapeva della sua età, che per la prestazione ricevette in cambio 4.000 euro in contanti. Il racconto è ricco di particolari: date, orari, luo­ghi, fino al numero esatto di una sui­te di un grande albergo. Cristiano Ro­naldo, vero o falso dovrebbe essere un processo ad accertarlo, non è l’unico maggiorenne che la ragazza coinvolge nelle sue peripezie sessuali. Ci sono imprenditori, manager del­lo spettacolo, anonimi ragazzi maggiorenni e si­gnori attempati.

Tutti avrebbero commesso lo stesso reato contestato a Silvio Berlusconi: sfrut­tamento della prostituzione minorile. Eppure il premier è l’unico a essere stato prima indagato e poi rinviato a giudizio con rito immediato, nono­stante sia il solo tra questi signori con il quale la stessa Ruby nega di avere avuto rapporti sessuali. A questo punto una considerazione viene spon­tanea. Se un giudice indaga perché ritiene che Ti­zio abbia ricevuto tangenti da Caio, e interrogato Tizio dice: da Caio no, ma certamente sì da Sem­pronio, che fa la magistratura? Il buon senso, ma anche la legge che impone l’obbligatorietà del­l’azione penale, dice che quantomeno il pm deve estendere le sue indagini anche a Sempronio. Non risulta che ciò sia successo per il caso di Ruby. Non c’è traccia che la Boccassini abbia sguinzagliato i suoi segugi dentro la vita privata di Ronaldo, che abbia messo sotto controllo i tele­foni di tutti i calciatori del Real Madrid per carpi­re confidenze e segreti. Non risulta che analoga operazione sia stata fatta dalla Procura di Milano nei confronti degli altri maggiorenni che negli an­ni hanno avuto contatti fisici con la ragazza. A naso, tutto ciò costituisce reato da parte dei procuratori di Milano. Non vedo come possa esse­re che per la stessa ipotesi accusatoria due cittadi­ni siano trattati diversamente.

Con l’aggravante che nel caso di Ronaldo la confessione della ragaz­za è chiara e circostanziata, in quello di Berlusco­ni non c’è. Questa, a mio avviso, è la prova che alla Boccas­sini non interessa accertare eventuali reati sul cor­po di Ruby. Alla pm interessa solo il corpo, anzi la testa, di Berlusconi. Altrimenti avrebbe dovuto procedere contro tutti gli uomini, Ronaldo com­preso, indicati dalla giovane. Coprendosi di ridi­colo in Italia e nel mondo intero. Perché è chiaro che è la ragazza ad aver avvicinato spontanea­mente e a volte con l’inganno persone che a suo avviso avrebbero potuto aiutarla. Ed è certo che avere rapporti sessuali, anche con minorenni consenzienti se hanno già compiuto 16 anni, non è reato. Noi non sappiamo se la storia di Ronaldo sia vera. È certo che Ruby l’ha raccontata e che è agli atti. Ed è sicuro che non interessa alla Boccassini né alle donne scese in piazza domenica scorsa. Perché se uno non è Silvio Berlusconi, o non gravi­ta nella sua orbita, con le donne minorenni può farci quello che meglio crede. Che in fondo sono affari suoi. Il Giornale, 20 febbraio 2011