CASO RUBY: LA PROCURA DI MILANO IGNORA LE ACCUSE DELLA RAGAZZA CONTRO RONALDO E TANTI ALTRI. PERCHE’? di Alessandro Sallsuti
Pubblicato il 20 febbraio, 2011 in Giustizia, Gossip | Nessun commento »
L’ultima novità che esce dalla bocca di Ruby riguarda un altro personaggio famoso, il calciatore Cristiano Ronaldo. La ragazza, in uno dei tanti interrogatori, sostiene di avere fatto sesso con lui quando era ancora minorenne, che il fuoriclasse del pallone sapeva della sua età, che per la prestazione ricevette in cambio 4.000 euro in contanti. Il racconto è ricco di particolari: date, orari, luoghi, fino al numero esatto di una suite di un grande albergo. Cristiano Ronaldo, vero o falso dovrebbe essere un processo ad accertarlo, non è l’unico maggiorenne che la ragazza coinvolge nelle sue peripezie sessuali. Ci sono imprenditori, manager dello spettacolo, anonimi ragazzi maggiorenni e signori attempati.
Tutti avrebbero commesso lo stesso reato contestato a Silvio Berlusconi: sfruttamento della prostituzione minorile. Eppure il premier è l’unico a essere stato prima indagato e poi rinviato a giudizio con rito immediato, nonostante sia il solo tra questi signori con il quale la stessa Ruby nega di avere avuto rapporti sessuali. A questo punto una considerazione viene spontanea. Se un giudice indaga perché ritiene che Tizio abbia ricevuto tangenti da Caio, e interrogato Tizio dice: da Caio no, ma certamente sì da Sempronio, che fa la magistratura? Il buon senso, ma anche la legge che impone l’obbligatorietà dell’azione penale, dice che quantomeno il pm deve estendere le sue indagini anche a Sempronio. Non risulta che ciò sia successo per il caso di Ruby. Non c’è traccia che la Boccassini abbia sguinzagliato i suoi segugi dentro la vita privata di Ronaldo, che abbia messo sotto controllo i telefoni di tutti i calciatori del Real Madrid per carpire confidenze e segreti. Non risulta che analoga operazione sia stata fatta dalla Procura di Milano nei confronti degli altri maggiorenni che negli anni hanno avuto contatti fisici con la ragazza. A naso, tutto ciò costituisce reato da parte dei procuratori di Milano. Non vedo come possa essere che per la stessa ipotesi accusatoria due cittadini siano trattati diversamente.
Con l’aggravante che nel caso di Ronaldo la confessione della ragazza è chiara e circostanziata, in quello di Berlusconi non c’è. Questa, a mio avviso, è la prova che alla Boccassini non interessa accertare eventuali reati sul corpo di Ruby. Alla pm interessa solo il corpo, anzi la testa, di Berlusconi. Altrimenti avrebbe dovuto procedere contro tutti gli uomini, Ronaldo compreso, indicati dalla giovane. Coprendosi di ridicolo in Italia e nel mondo intero. Perché è chiaro che è la ragazza ad aver avvicinato spontaneamente e a volte con l’inganno persone che a suo avviso avrebbero potuto aiutarla. Ed è certo che avere rapporti sessuali, anche con minorenni consenzienti se hanno già compiuto 16 anni, non è reato. Noi non sappiamo se la storia di Ronaldo sia vera. È certo che Ruby l’ha raccontata e che è agli atti. Ed è sicuro che non interessa alla Boccassini né alle donne scese in piazza domenica scorsa. Perché se uno non è Silvio Berlusconi, o non gravita nella sua orbita, con le donne minorenni può farci quello che meglio crede. Che in fondo sono affari suoi. Il Giornale, 20 febbraio 2011