Se ne parla da giorni, i segnali non mancavano, adesso è di rotonda evidenza che Gianfranco Fini sta per dimettersi dalla presidenza della Camera. I contenuti del suo ultimo attacco incendiario contro il presidente del Consiglio pubblicato sull’Espresso di domani, a poche ore dalla comparsata televisiva dell’ex capo di An nella fossa dei leoni antiberlusconiani ammaestrati da Michele Santoro (“Annozero”), non lasciano dubbi e anzi danno sostanza alle voci di un ripensamento finiano: orgogliosamente fuori dal giardino di una neutralità ipocrita, e a testa bassa per incornare Berlusconi prima che si svuoti il recinto di Futuro e libertà.

La vetta di Montecitorio è un posto troppo asettico per potersi concedere intemerate come quelle contro il solito Berlusconi autocrate impunito e provocatore di conflitti istituzionali; né da quella vetta è possibile sparare a costo zero sui propri parlamentari (quelli di Futuro e libertà, i quali però sono gli stessi che siedono nell’assemblea da Fini presieduta) colpevoli di abbandonare Fli per sopraggiunta allucinazione o malafede. Essendo poi, quest’ultima, la medesima tesi impugnata da Gheddafi per spiegare l’ammutinamento della Cirenaica, è chiaro che non sta bene sulle labbra della terza carica dello Stato, figura di equilibrio, garanzia ed equanimità. Insomma Fini ha passato il proprio Rubicone, ma lo ha attraversato in senso contrario: immusonito e catafratto, ha scongelato la propria carica di capo partito per gettarsi sino in fondo nel corpo a corpo con il premier, sapendo che non si può assaltare la presidenza del Consiglio utilizzando come catapulta la presidenza della Camera, perché questo mette in grave imbarazzo il buon senso, le istituzioni e il Quirinale. Bene. Era ora. Fonte: IL FOGLIO, 25 febbraio 2011

……..Dopo le ultime esternazioni di Fini  rilasciate all’Espresso e ad Anno Zero ieri sera,  che possono senza dubbio alcuno essere paragonate alla allucinanti spacconate di Gheddafi, dopo le squallide allusioni di cui ha fatto oggetto i parlamentari che hanno scelto di lasciarlo al suo destino di fascista rosso, a Fini non rimane altro da fare che dimettersi. Quanto meno per mettersi sullo stesso di quelli che per ubbidirgli hanno lasciato i loro posti al governo e che ora si chiedono: ma che razza di capitano è Fini che chiede a noi di fare ciò che lui non fa? Domanda retorica perchè Fini è proprio quello del “fate come dico, ma non fate come faccio”. Che vada a quel paese….g.