Yara Gambirasio, la 13enne scomparsa a Bergamo Ci aveva abituato a riconoscerla con quel ferretto dei denti che non riusciva a guastare la sua straordinaria carica di travolgente simpatia. Ne andava fiera Yara, perché non aveva complessi: era una ragazzina pura, entusiasta della vita, della ginnastica che praticava a livello agonistico. E nelle foto pubblicate e trasmesse per 93 giorni quell’apparecchio odontoiatrico è stato incredibilmente un suo muto messaggio per salutare un mondo che l’ha maltrattata: ed è stato l’elemento che l’ha fatta subito identificare. Del suo corpo, ritrovato ieri pomeriggio in località Madone di Chignolo di Isola, dieci chilometri da Brembate Sopra, rimaneva infatti ben poco. Quei resti erano, però, coperti dall’abbbigliamento segnalato il giorno della scomparsa: il 26 novembre del 2010. Giorno di un calendario maledetto: il 26 agosto, tre mesi prima, era toccato a Sarah Scazzi far perdere per sempre le sue tracce dalla vita. Il corpo di Yara Gambirasio, 13 anni, è stato trovato da un passante che si trovava sul posto per provare un modellino di aeroplano telecomandato. Il cadavere era supino e, secondo alcuni soccorritori, dava l’impressione di un’estrema fragilità: particolare ritenuto importante, questo, per stabilire se sia stato abbandonato lì recentemente o nei momenti successivi al sequestro. A Chignolo di Isola sono arrivati anche gli Ert, gli Esperti ricerca tracce, reparto che dipende direttamente dalla Direzione centrale anticrimine. Il nucleo specializzato della Polizia Scientifica è già intervenuto, tra l’altro, nell’omicidio del piccolo Tommaso Onofri, il bimbo rapito e ucciso a Casalbaroncolo.

La notizia ai genitori di Yara è stata data dal questore di Bergamo Vincenzo Ricciardi. Tra i primi a raggiungere casa Gambirasio il sindaco di Brembate Sopra, Diego Locatelli (che ha annunciato il lutto cittadino) e il parroco, don Corinno Storti. Quest’ultimo ha subito commentato: «Impossibile che il cadave stesse lì da tempo, ci siamo passati in molti…». E, in effetti, non è il solo a pensarlo. Luca Aresu, un giovane di Madone che ha partecipato tra novembre e dicembre alle ricerche con alcuni amici, esclude che il corpo sia rimasto lì per tre mesi: «È una zona dove sono andato spesso a correre e che ho attraversato anche con il mio setter almeno un paio di volte. L’avremmo trovata sicuramente. Tanta altra gente è passata di lì con i cani». E intanto i genitori di Yara, Fulvio e Maura, restano chiusi in casa nel loro silenzio. In quel composto dolore, lontano dalle telecamente, che li ha caratterizzati sin dall’inizio. Il sindaco e il parroco sono tra i pochi ad aver varcato la loro soglia per portare un po’ di conforto. Don Corinno Scotti racconta che «sono distrutti.

La mamma è disperata, mi ha chiesto perché il Signore permetta queste cose e io le ho risposto che questo è solo frutto della cattiveria umana. Il padre invece mi ha fatto coraggio e mi ha detto: “Don Corinno non devi piangere”». Domani, nelle ore in cui gli esperti inizieranno l’autopsia, il parroco celebrerà una messa per ricordare la 13enne. Intanto, sul luogo dove è stato ritrovato il corpo è iniziato un vero pellegrinaggio di curiosi che scattano foto, filmano. Alcuni sono accorsi con l’intera famiglia. Mentre per le strade di Brembate si soffre. Il paese è in lutto. Chiuso nel dolore. Solo sul web si può «ascoltare» lo strazio per la tragedia. Su Facebook la rabbia: «Dateci l’assassino». Sul muro del gruppo «Yara Gambirasio», duemila iscritti, Gina Pina alle 18,50 ha scritto: «Pena di morte a chi uccide gli angeli». Il Tempo, 27 febbraio 2011