Silvio Berlusconi Rafforzarsi dentro e fuori al Palazzo. L’offensiva di Berlusconi è a tutto campo. Con un obiettivo urgente: Fini. Togliergli il gruppo alla Camera, portagli via nove deputati sui 29 rimasti. Non sarà un’operazione che si compirà a breve, il premier ci lavora ed è convinto di condurla a termine. Sempre più spesso i deputati del Pdl alzeranno la voce contro il presidente dell’Aula, cercheranno di mettere pressione. Se non ci saranno interventi del presidente della Repubblica scatterà anche la fase due, una raccolta di firme. Fatto nuovo e inusitato, una sorta di sfiducia. Tanto che lo stesso Berlusconi in privato fa un discorso chiaro: «Io ho rischiato, mi sono fatto contare in Parlamento. Perché non lo fa anche lui?».

L’attacco a Fini non è solo una questione personale. È chiaro che nelle file finiane sono diversi i deputati in sofferenza, che non amano lo slittamento a sinistra (a questo punto irrinunciabile per Fini), temono la deriva laicista. Ed è per questo che Berlusconi ha teso la mano ai cattolici ieri quando ha detto di condividere i valori cristiani del movimento di Magdi Cristiano Allam. Aveva già lanciato segnali chiari intervenendo al convegno dei Cristiano Riformisti di Antonio Mazzocchi sabato scorso. Quando è andato anche oltre ciò che era stato previsto nell’intervento scritto. Berlusconi si è presentato come “forza tranquilla” con un messaggio elementare: con me (e con i miei difetti) sapete che certe cose non accadranno mai, se vince la sinistra vi troverete l’attacco alla famiglia, alla vita, alla scuola. Già, la scuola. Due giorni fa aveva detto: gli insegnanti di quelle pubbliche «inculcano idee diverse da quelle che vengono trasmesse nelle famiglie».

S’infuria il segretario del Pd, Pierluigi Bersani: «Con richiami di sapore antico, Berlusconi se la prende con comunisti e gay, insultando così l’intelligenza e la coscienza civile del Paese. All’elenco, Berlusconi stavolta ha aggiunto gli insegnanti della scuola pubblica. Uno schiaffo inaccettabile a chi lavora con dedizione in condizioni rese sempre più difficili dal governo. La scuola pubblica è nel cuore degli italiani». L’attacco gli consente di riprendere il discorso: «Come al solito, anche le parole che ho pronunciato sulla scuola pubblica sono state travisate e rovesciate da una sinistra alla ricerca, pressoché ogni giorno e su ogni questione possibile, di polemiche infondate, strumentali e pretestuose. Desidero perciò chiarire nuovamente, senza possibilità di essere frainteso, la mia posizione sulla scuola». «Il mio governo – aggiunge – ha avviato una profonda e storica riforma della scuola e dell’Università, proprio per restituire valore alla scuola pubblica e dignità a tutti gli insegnanti che svolgono un ruolo fondamentale nell’educazione dei nostri figli in cambio di stipendi ancora oggi assolutamente inadeguati. Questo non significa – sottolinea – non poter ricordare e denunciare l’influenza deleteria che nella scuola pubblica hanno avuto e hanno ancora oggi culture politiche, ideologie e interpretazioni della storia che non rispettano la verità e al tempo stesso espropriano la famiglia dalla funzione naturale di partecipare all’educazione dei figli».

La scuola, dunque. Uno dei temi sensibili per l’elettorato moderato che ne teme la politicizzazione. Poi la vita. Il Pdl vuole accelerare sulla legge per il testamento biologico che ha già ricevuto l’ok dei vertici della Cei. «Quando arriverà in Aula alla Camera dimostrerà la divisione del Terzo Polo, Fli darà libertà di voto ma quasi tutto il gruppo sarà contro il suo capo, il radicale Della Vedova. Anche molti Pd saranno in difficoltà come pure pezzi del Pdl» spiega un senatore berlusconiano.

Infine, il partito. Anche i sondaggi riservati lo danno sotto la soglia del 30%. Oggi Berlusconi lancerà i Caf, i centri di assistenza fiscale. Ci sarà anche un sito internet annesso dal titolo emblematico: alserviziodegliitaliani.com. Il Pdl si struttura e si prepara, con il porta al porta, a riconquistare il territorio. Anche a finanziarsi visto che l’assistenza ai pensionati, ai lavoratori dipendenti, ai piccoli imprenditori andrà a fare concorrenza ai sindacati. E come per i sindacati i servizi saranno a pagamento. Prezzo politico, ma sempre prezzo. Se l’iniziativa funziona il partito del premier diventerà una nuova Dc. Fabrizio dell’Orefice, Il Tempo, 1° marzo 2011