IL LUNGO VIAGGIO DI FINI DA MONTEVERDE (RIONE ROMANO) A MONTECARLO, di Marcello Veneziani
Pubblicato il 5 marzo, 2011 in Costume, Politica | Nessun commento »
Mi ha impressionato vedere Fini col viso pallido e provato e due orecchie rosse. Di un rosso fuoco, come se lo avessero appeso per le orecchie. O come se la vergogna si fosse rifugiata nelle orecchie. Fini sta tentando di riaccreditarsi a destra. Io non gli ho mai rinfacciato di aver tradito Berlusconi, ma di aver distrutto proprio la destra, di aver tradito i suoi elettori e reso ingovernabile l’Italia. E di aver consegnato il governo nelle mani della Lega, che non seppe controbilanciare. Fini è stato un magnifico sabotatore di tutti i partiti che ha guidato. Liquidò il Msi (che oggi riaffiora in Rivolta Ideale), cancellò la destra nazionale, abortì l’Elefantino, chiuse An e ora sfascia il neonato Fli: prima sbanda a sinistra, poi sgomma al centro, ora testacoda a destra. La trovata più geniale per cancellare la fiamma fu l’invenzione della coccinella come simbolo del partito; nello spot l’insetto con i suoi escrementi tracciava la sigla An. Un partito nato dalla diarrea di un insetto non è destinato a grandi cose. Straordinario anche il suo fiuto sugli uomini. C’era un giudizio unanime in giro: Bocchino non si sopporta. Ma che si crede d’essere, ma da dove è uscito, ma a che titolo minaccia. Il più detestato. E lui ha scelto proprio Bocchino alla guida del suo partitino, sacrificando pure i suoi fedeli giapponesi che si erano dimessi per lui dal governo. Di strateghi come lui ne nasce uno al secolo. Si è fatto prendere dal livore: verso Berlusconi in primis, poi verso i colonnelli, verso i giornali di destra, verso i suoi stessi votanti. Si era convinto che potesse fare a meno di tutti, alla fine pure dei marescialli che lo hanno seguito nella missione suicida. E ora li considera allucinati o venduti. Non dirò la stessa cosa di chi lo segue ancora: tra loro c’è pure gente rispettabile e in buona fede. Ora tenta di ricominciare da capo. Magari andrà a rivedersi Berretti verdi con John Wayne, come fece a sedici anni, e poi si iscriverà al Fronte della gioventù, sezione pensionati. Ma sarà credibile quando lascerà Montecitorio e Montecarlo e tornerà a Monteverde, da cui partì ragazzo. Fini che sorgi libero e giocondo. Marcello Veneziani