L’ANM ALL’ATTACCO DEL GIORNALE: ILLEGALE PUBBLICARE LE E.MAIL CONTRO IL GOVERNO
Pubblicato il 9 marzo, 2011 in Giustizia, Politica | Nessun commento »
Tira aria di golpe: le toghe si scambiano messaggi minacciosi contro il governo. Il Giornale le smaschera. Il sindacato dei magistrati va subito all’attacco e chiede al Garante della Privacy di “aprire un’inchiesta”. Palamara denuncia: “Grave violazione della legge sulla riservatezza, è in atto una campagna di aggressione e delegittimazione della magistratura da tempo avviata dal Giornale“. E tace sulle minacce al Governo e al presidente del Consiglio.
Una “gravissima violazione della legge sulla riservatezza delle comunicazioni che si iscrive in una campagna di aggressione e di delegittimazione della magistratura da tempo avviata da quel quotidiano”. L’Associazione nazionale magistrati va subito all’attacco. Dopo la pubblicazione sul Giornale delle comunicazioni via mail tra le toghe che vogliono dare la spallata allo “zietto Berlusconi” (leggi l’articolo), il sindacato dei magistrati ha chiesto al Garante per la privacy di apre un’istruttoria.
In vista del varo della riforma della giustizia di domani sulla mailing list esplode la rabbia dei magistrati contro il premier Silvio Berlusconi e i suoi elettori. Questa mattina Il Giornale ha svelato le mail segrete in cui le toghe si organizzano per dare “una risposta corale” al governo e per far “togliere il disturbo” allo “zietto Silvio”. Mail che grondano odio. Ma una volta pubblicate il numero uno dell’Anm Luca Palamara è subito partito all’attacco per difendere la privacy dei magistrati. L’articolo, rileva Palamara nella sua lettera inviata al Garante, “costituisce una palese violazione delle disposizioni contenute nel codice della privacy, trattandosi di abusiva pubblicazione di messaggi che costituiscono corrispondenza privata, nell’ambito di mailing list il cui accesso è tassativamente regolato attraverso una iscrizione, effettuata solo previa identificazione del richiedente”. Non solo. Per Palamara, “la gravità dell’episodio è accentuata dalla diffusione di dati personali relativi agli autori dei messaggi, in particolare gli indirizzi, anche privati, di posta elettronica di magistrati”. La diffusione di tali dati, conclude il presidente dell’Anm, è avvenuta “nel quadro di un articolo giornalistico dal contenuto pesantemente diffamatorio, volto a delegittimare una delle fondamentali istituzioni dello Stato”.
Enrico Costa, capogruppo in commissione Giustizia alla Camera, sottolinea come l’Anm non sia intervenuta in casi simili. “Non ci pare, ha detto Costa, che i vertici dall’Amn abbiano fatto analoga segnalazione al Garante della privacy quando a essere sbattuti sui giornali sono stati i testi di intercettazioni di conversazioni private, coperte da segreto istruttorio o irrilevanti ai fini dei processi, oggettivamente spifferate agli organi di stampa da ambienti giudiziari. Questa è l’ennesima dimostrazione che per l’Amn esistono convinzioni e convenienze”. Fonte. Il Giornale, 9 marzo 2011