MIRACOLO: SANTORO NON INSULTA BERLUSCONI, MA COSI’ ANNOZERO E’ ALLA CANNA DEL GAS
Pubblicato il 11 marzo, 2011 in Costume, Politica | Nessun commento »
Ieri sera puntata saporifera di Annozero. A un certo punto, c’era da pregare che nominassero Berlusconi. Eravamo disposti a tutto, anche a sentir massacrare il premier in diretta per l’ennesima volta. Ci dessero un po’ di bunga bunga, per carità, almeno un’Olgettina, due inchieste per mafia, qualcosa. E invece Annozero è andato in onda in versione giurassica, rispolverando addirittura Eugenio Scalfari e Fausto Bertinotti. Lo Scalfarosauro si dilungava in analisi sullo stato dell’economia prendendo in esame un argomento attualissimo: la crisi del 1929. Ci crediamo che poi grida all’avvento del fascismo: è fermo agli anni Trenta. Il Comunistosauro Bertinotti, invece, lo pensavamo già estinto da anni assieme al suo ex partito, Rifondazione. Invece si era solo nascosto all’ombra dei brontosauri ed è rispuntato per parlare di metalmeccanici e padroni. Da uno che ha provocato il crollo del suo schieramento, chissà quali geniali ricette sulla crisi mondiale possono venire (infatti auspica «un po’ di Patrimoniale»). Mancava solo Corrado Formigli inviato nel Cretaceo per un reportage e la trasmissione avrebbe potuto chiamarsi La preistoria siamo noi. Nello spettatore subentrava un senso di smarrimento: ma come, mandano in onda Superquark e c’è Santoro al posto di Piero Angela? Fortuna che era presente il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Le uniche emozioni, in avvio di puntata, le ha regalate lui. Prima mettendosi alla lavagna, spiegando il «videogame» dell’economia e i rischi fatali (titolo del suo celebre libro e della puntata) a cui vanno incontro gli italiani. Poi regalando siparietti con Scalfari, il quale lamentava: «Ho criticato molte volte Tremonti, ma lui non mi ha mai fatto l’onore di rispondermi. Stasera dovrà farlo». E Santoro: «È una grande occasione». Commento di Tremonti: «Sì, grande per Scalfari». Nel frattempo, il pubblico (solitamente feroce e ruggente) era in coma. Travaglio dormiva, si è svegliato perché un cinese dagli spalti ha pronunciato il nome fatale: «Berlusconi!». E Marco è balzato in piedi pronto alla pugna. Vauronel finale, incerottato per sfottere il premier dopo l’operazione ai denti, non è bastato a ridestare le folle. Il succo è che, privo di frecce da scagliare contro Silviuccio, San Michele perde l’appeal. Ha fatto la puntata più bella e intelligente degli ultimi anni - riflessiva e moderata – ma accadesse sempre così, cioè se Annozero fosse obbligato a cercare notizie vere, non avesse la sponda del gossip anti-Silvio e lo spauracchio del bavaglio, sarebbe un format per pochi, altro che adunate di piazza. Quelli che la menano con «la macchina del fango» e chiedono il giornalismo d’alto profilo, se ottenessero quanto dicono di volere sarebbero spacciati. La morale è che – pur lamentando la sua invadenza catodica – gli amici progressisti non possono vivere senza il Drago di Arcore. Per rimediare qualche punto di share devono rifilare bastonate alla Lega, mostrando servizi sugli immigrati che dalla Libia sfollano in Tunisia (vogliono tornare nei propri Paesi, diceva ieri Santoro, e il Carroccio non li aiuta a casa loro come ha sempre dichiarato). Sono obbligate, le star di sinistra, a rifugiarsi nella tivù del dolore, a suon di disoccupati costretti a vendere la fede nuziale per campare o imprenditori in crisi che solidarizzano con gli operai. Ma i filmati strappalacrime sui profughi che a decine affollano una casa priva di servizi o fanno a gomitate per una pagnotta lanciata da un camion, lasciano il tempo che trovano. Possono commuovere un po’ l’ascoltatore terzomondista, poi stufano. Scalfari e Bertinotti possono attirare qualche appassionato di fossili, ma niente più. Jurassic Santoro, dispiace per lui, è soporifero: no Cav, no party. Ci permettiamo un consiglio agli antiberlusconiani del piccolo schermo. Tenetevi stretto Giuliano Ferrara e pregate che Silvio si conservi in forma, al fine di garantirvi un audience di riguardo. Andate in chiesa e accendete un cero affinché il Cavaliere resti in sella. E se Sant’Antonio non vi aiuta, provate con le offerte a Santoro Martire. Altrimenti, il rischio fatale è che il successo di massa svanisca. Come una bolla finanziaria. di Francesco Borgonovo, LIBERO, 11 MARZO 2011