Giappone, ripresi i tentativi di raffreddare il reattore nella centrale di Fukushima Che cosa sta succedendo? Se dovessimo dare retta alle dichiarazioni del commissario europeo per l’energia, Gunther Oettinger, il Giappone sarebbe pronto a fare la fine di Atlantide e l’Europa dovrebbe prepararsi a una pioggia radioattiva secolare. Quando un politico, al cospetto di un incidente nucleare, pronuncia la parola «apocalisse», dovrebbe sapere di cosa sta parlando e conoscere l’effetto che alimenta nella pubblica opinione in larga parte impreparata e per questo in ansia.
L’Europa è in una profonda crisi di identità. Ne abbiamo avuto prova con Libia e Giappone. L’era degli shock globali ha messo a nudo i limiti di costruzione della sua architettura economica e soprattutto politica. Siamo di fronte a un decadimento delle leadership e a una quanto mai improvvisata e dilettantesca gestione dell’agenda internazionale. Che l’Europa contasse sempre meno era chiaro a tutti e i report delle sedi diplomatiche americane svelati da Wikileaks ne avevano certificato la marginalità crescente. Ma lo spettacolo a cui stiamo assistendo tra Bruxelles, Tripoli e Tokyo è al di là del bene e del male.

Caso esemplare: la Francia. Un Paese con un passato da potenza globale dovrebbe avere un minimo di esperienza diplomatica. Vediamo le ultime imprese di Parigi. Azione: sulla Libia ha lanciato l’idea di bombardare Gheddafi e sul nucleare nipponico ha avviato una campagna di allarmi a catena. Reazione: il Colonnello sta massacrando in beata pace i ribelli libici, mentre il ministro degli Esteri giapponese, Takeaki Matsumoto, ieri è dovuto intervenire così: «Esorto i Paesi stranieri ad avere sangue freddo». Il Paese dei Samurai sta dando lezioni di dignità e di coraggio, l’Europa sta mettendo il sigillo sulla sua inutilità. Mario Sechi, Il Tempo, 16 marzo 2011