Un'immagine del 2003

Il tabaccaio Giovanni Petrali che nel maggio del 2003 uccise un rapinatore e feri’ un suo complice, che avevano tentato di mettere a segno una rapina nella sua tabaccheria, e’ stato assolto in appello dalla accusa di omicidio, perche’ i giudici hanno ritenuto sussistente la legittima difesa. In primo grado era stato condannato a 1 anno e 8 mesi per omicidio colposo.

Il sostituto procuratore generale di Milano, Piero De Petris, aveva chiesto una condanna per il commerciante a 9 anni e mezzo di reclusione per omicidio volontario e tentato omicidio, come aveva fatto anche in primo grado il pm. L’uomo però nel febbraio del 2009 era stato condannato a 1 anno e 8 mesi con la sospensione della pena per omicidio colposo e lesioni colpose, perché i giudici avevano ritenuto che l’anziano commerciante era incorso in un errore di percezione, essendo sconvolto al momento della rapina. Oggi i giudici della prima corte d’assise d’appello, presieduti da Maria Luisa Dameno, in parziale riforma della sentenza di primo grado, hanno dichiarato “non punibile” Petrali per i reati di omicidio e lesioni colpose contestati in virtù del riconoscimento della “legittima difesa putativa” ossia, il commerciante riteneva in quel momento di agire in uno stato di legittima difesa. Il secondo capo di imputazione, invece, ovvero la detenzione e il porto dell’arma all’esterno del locale, è stato dichiarato prescritto. Il 17 maggio del 2003, il commerciante aveva ucciso con un colpo di pistola il rapinatore Alfredo Merlino e aveva ferito al polmone il suo complice, Andrea Solaro. I due avevano cercato di mettere a segno un colpo nel suo bar-tabacchi di piazzale Baracca.

I giudici della prima corte d’assise d’appello di Milano hanno anche disposto la restituzione della pistola, con cui l’uomo sparò, all’imputato. L’arma, con la quale quel 17 maggio del 2003 Petrali sparò sette colpi, era stata sequestrata e i giudici di primo grado avevano stabilito che venisse confiscata. Gli avvocati del tabaccaio, invece, nei motivi d’appello avevano chiesto il dissequestro e la restituzione della pistola, che oggi i giudici hanno accolto.

“Mio padre non farebbe una scelta del genere, di detenere una pistola, per evitare qualsiasi tipo di decisione da prendere in quegli istanti”. Lo ha spiegato Marco Petrali, avvocato e uno dei figli di Giovanni Petrali. “Oggi è stata scritta una bella pagina di giustizia”, ha commentato Marco Petrali, che difende il padre assieme all’ avvocato Marco Martini. L’altro figlio del commerciante, Antonio Petrali, ha detto che con la sentenza di oggi “é una storia finita e siamo tutti felici”. E sui colpi esplosi da suo padre nei confronti dei rapinatori, ha aggiunto: “Meglio un brutto processo che un bel funerale”. Il fratello, poi, ha spiegato che il padre, dopo l’episodio, ha sempre detto che non farebbe più la scelta di tenere in negozio un’arma. Il Corriere della Sera, 21 marzo 2011

……………Almeno questa volta s’è trovato un giudice a Berlino che ha fatto giustizia, assolvendo il tabaccaio.