LIBIA: NON E’ FACILE METTERE BERLUSCONI ALLA PORTA
Pubblicato il 22 marzo, 2011 in Politica | Nessun commento »
L’Italia non ci sta a combattere la guerra personale di Sarkozy e della Francia contro Gheddafi. Berlusconi ha ordinato ai nostri caccia di non sparare e ha dato l’ultimatum a francesi e inglesi: o le operazioni passeranno sotto il comando della Nato, oppure le basi italiane non permetteranno il decollo di altri bombardieri, qualsiasi bandiera battano. Questo perché qualcuno a Parigi ci sta prendendo per i fondelli. Troppe cose non tornano in questa vicenda. A partire dal vertice di sabato scorso durante il quale gli alleati hanno dato il via libera all’attacco. Prima della riunione ufficiale all’Eliseo, Sarkozy aveva convocato nel suo ufficio, per preparare il documento finale, solo inglesi e americani. L’Italia era stata lasciata fuori, a fare anticamera, come dire: tu non conti, accetta e taci. Ma come? Noi siamo il primo partner della Libia, noi abbiamo le basi indispensabili per fare la guerra, noi subiamo le conseguenze e i rischi maggiori (immigrazione e terrorismo), e ci trattano così?
Non è facile mettere Berlusconi alla porta. In Italia sinistra e magistrati ne sanno qualche cosa. I francesi l’hanno scoperto ieri. Per senso di responsabilità e di fedeltà all’alleanza,il premier sabato ha incassato il colpo, fingendo di accettare come buona la versione della missione umanitaria.
Poche ore,e l’Italia ha ripreso in mano la situazione: dobbiamo restare della partita, perché il futuro della Libia è soprattutto affare nostro, ma non senza condizioni. I francesi infatti volevano ben altro che salvare la vita ai ribelli: petrolio, gas e affari da sottrarre un domani alle aziende italiane senza neppure farsi carico dell’ondata di profughi che tutto questo sta comportando. Così non va, così è fuori dal mandato dell’Onu che è molto chiaro e non prevede operazioni mirate per ribaltare il governo libico o uccidere Gheddafi. Che i francesi stiano facendo i furbi non è soltanto una nostra impressione. I norvegesi hanno sospeso le operazioni, gli americani hanno annunciato di volerlo fare al più presto, appena conclusa una non meglio precisata «prima fase». Insomma, più che attorno a Gheddafi, la terra bruciata sta circondando Sarkozy. E a tracciare il perimetro è quella vecchia volpe di Berlusconi, che ha fiutato una brutta aria. Gli italiani hanno ben altri problemi che occuparsi delle questioni interni libiche. E se proprio bisogna farlo le regole devono essere chiare, come l’obiettivo. Che non può essere quello che ognuno, in Europa, faccia gli affari suoi a spese dell’Italia. L’operazione Odissea quindi è avviata su una brutta china. Speriamo che non sia troppo tardi per rimettere le cose al loro posto. 22 MARZO 2011