DI PIETRO INSULTA IL PREMIER E IL MINISTRO DEGLI ESTERI E FINI SE LA RIDE: MA FINI E’ UGUALE A DIPIETRO
Pubblicato il 25 marzo, 2011 in Politica | Nessun commento »
Si giustificò dicendo che il presidente della Camera non può scendere in campo in una competizione politica perché tradirebbe il suo ruolo di arbitro. Nobile gesto, che ora si rimangia, come si rimangiò la parola di dimettersi sul caso Montecarlo. Domani infatti, Fini sarà a Milano ad aprire la campagna elettorale del suo candidato Fli alle elezioni comunali di maggio. Altro che arbitro. Fini disertò le elezioni regionali perché sperava che il Pdl le perdesse. Sarebbe stata la scusa per partire all’assalto di Berlusconi e dei vertici del partito. Come sempre aveva sbagliato conti e previsioni. Dovette ingoiare il rospo della vittoria, ma ormai il suo piano era stato smascherato. Il seguito lo conosciamo. Anzi,da ieri anche un po’ meglio. Perché dalle anticipazioni del libro-biografia di Italo Bocchino si evince chiaramente che Fini e i suoi non aspettavano altro che un incidente per giustificare il loro blitz. Si sono attaccati all’inchiesta del Giornale sulla casa di Montecarlo, scusa debole e ridicola.
Il presidente super partes domani avrà al fianco i suoi due soci, Casini e Rutelli. Lanceranno il candidato Manfredi Palmeri, un altro miracolato del Pdl. Come il suo padrino è anche lui presidente, del Consiglio comunale, eletto con i voti sui quali oggi sputa. Una bella compagnia di persone coerenti e leali. Come andrà a finire lo vedremo nelle urne. Per ora ci accontentiamo di registrare come da quando Fini e Bocchino hanno traslocato nell’opposizione, la maggioranza ha ripreso a lavorare a pieno ritmo. Ieri hanno mosso i primi passi in commissione sia la legge per il federalismo regionale sia quella sulla responsabilità dei giudici per i loro errori. Cose impensabili se il presidente della Camera fosse stato ancora nella compagine governativa. Quindi meglio così. Più il coniglio Fini si allontana meglio è per tutti. Il Giornale, 25 marzo 2011