BERLUSCONI, MITO DI POPOLARITA’ POLITICA
Pubblicato il 1 aprile, 2011 in Politica | Nessun commento »
Dai giornali di oggi, venerdì 1 aprile
Il Riformista (Peppino Caldarola) - … La piazza che contestò Craxi fu un episodio doloroso per i socialisti e una brutta pagina politica … Il dato politico di quelle giornate, davvero simboliche del crollo di una stagione politica e addirittura di un sistema politico, era il consenso popolare attorno alle manifestazioni più dure della contestazione … I cronisti più attenti hanno segnalato che nella manifestazione di due giorni fa, ripetuta in tono minore ieri mattina e che ha come antecedente i fischi a Silvio Berlusconi nelle giornate del centocinquantesimo, c’era sicuramente una partecipazione organizzata … Berlusconi oggi … riesce ancora a egemonizzare una gran parte delle elettorato di centrodestra che sicuramente scenderebbe in campo a suo favore se lo chiedesse. Le differenze d’allora sono molte. C’è questo dato di persistente popolarità del presidente del Consiglio … ma soprattutto c’è intatto, … il mito della sua personalità politica … Commetterebbero un grave errore i suoi oppositori se pensassero che le manifestazioni di questi giorni stiano segnalando un arretramento della sua forza e soprattutto una diminuita combattività dei suoi sostenitori. Le ragioni per cui resiste il mito di Berlusconi appartengono anche alle colpe agli errori dei suoi oppositori, ma investono direttamente la natura del processo fondativo della destra italiana che il berlusconismo ha saputo interpretare …
Il Giornale (Mario Giordano) - E Giuliano Amato? Ha tagliato le pensioni di tutti gli italiani. Ma per lui s’è riservato una pensione d’oro. Alla fine di ogni mese, infatti, incassa la bella cifra di 31.411 euro. Proprio così: 31.411 euro, esattamente 1.047 euro per giorno che il buon Dio manda sulla Terra. Non male per l’uomo per primo ha impugnato le forbici per ridurre le aspirazioni nazionali di serena vecchiaia. Ricordate? Era il 1992. «Così non si può andare avanti, serve una riforma delle pensioni», tuonò l’allora presidente del Consiglio. E la riforma delle pensioni, in effetti, si fece. Amato mandò di traverso il caffellatte ai nonnetti di provincia, spaventò milioni di onesti padri di famiglia. E diede il via all’era della previdenza lacrime&sangue …
La Nazione (Franco Cangini) … Troppo alto il capitale di aspettative investito dall’opposizione sulla liquidazione di Berlusconi per via giudiziaria, con o senza accompagnamento di gazzarre di strada. Una liquidazione, quella di Berlusconi messa a rischio non sole dalle contromisure legislative disposte dalla vittima designata, comprensibilmente renitente al supremo sacrificio, ma anche dal dubbio di aver apparecchiato, con le pizzicate e le imminenti udienze del processo Ruby, il palcoscenico ideale per il talento da mattatore del presidente del Consiglio. Tutto considerato, l’uscita di sicurezza dell’appello agli elettori può apparire più promettente che minacciosa a ognuna delle parti in causa …
Il Foglio (Giuliano Ferrara) - … Napolitano rappresenta un esempio di autocontrollo e di rifiuto dell’estremismo verbale. La forza politica è per lui capacità di convincere, disponibilità costante a un confronto che esprime la sicurezza delle proprie opinioni e la solidità dei propri argomenti. È in base a questa premessa che va soppesata la seconda considerazione, dedicata all’opposizione, la cui debolezza non può essere surrogata al Quirinale. In una fase in cui l’opposizione cerca ogni giorno di mostrarsi fortissima e capace di dare spallate al governo, il giudizio di Napolitano appare spiazzante. In realtà è proprio la concentrazione degli sforzi in battaglie ostruzionistiche e in attacchi personali che rende debole l’iniziativa politica dell’opposizione, sempre misurata sul brevissimo periodo, senza peraltro risultati corrispondenti allo sforzo. L’insistente richiesta al Quirinale di bocciare preventivamente le iniziative del governo è una spia di tale difficoltà …
Il Tempo (Alessandro Bertasi) – Quasi tutti i deputati del centrodestra uscivano dall’aula per rilasciare dichiarazioni di fuoco contro la terza carica dello Stato. E tra tutti si distingue proprio l’ex finiano Massimo Corsaro che, apertis verbis, raccontava quello che tutta la maggioranza pensa ormai da molti mesi: «Oggi finisce la storiella di Fini super partes» …
Il Giornale (Alessandro Sallusti) – Oggi fare a pugni con Fini è come sparare sulla Croce Rossa. Il suo Fli nei sondaggi veri è ormai stabile da tempo sotto il tre per cento. Il Pdl ha vinto, il nemico interno è stato smascherato e ora è all’angolo, da Fare Futuro è diventato Senza Futuro. Non è più un problema, anzi, senza Fini in maggioranza le cose non potranno che andare meglio, a partire dalle riforme che l’ex leader di An sosteneva in pubblico e boicottava dietro le quinte …
Libero (Vittorio Feltri) – Abbiamo sempre saputo che le opposizioni sono pronte a tutto pur di sbarazzarsi di Silvio Berlusconi, anche ad allearsi col diavolo, con certi pm affetti da versamento di bile, con cani, porci e serpenti. Diciassette anni di berlusconismo e di feroce antiberlusconismo valgono più di cinque lauree e di dieci master (master veri) alla Bocconi per capire cosa accada nel Palazzo e perché … Il primo a caricare il fucile e ad aprire il fuoco amico (si fa per dire) è stato Gianfranco Fini. E lo ha fatto da cecchino improvvisato e maldestro sparacchiando, senza nemmeno curarsi di nascondersi dietro un comignolo, ogni qualvolta gliene venisse l’estro.