CASO RUBY: E ARRIVO’ IL GIORNO DELLA NMACELLERIA
Pubblicato il 5 aprile, 2011 in Costume, Giustizia, Politica | Nessun commento »
Ci siamo. Ancora 24 ore e lo show può cominciare. Anche se sarà una partenza falsa, senza star e comparse e con una seconda puntata tra qualche mese. Dopo tanto parlarne, l’affare Ruby approda domani in tribunale ma non ci saranno né l’imputato Silvio Berlusconi né le ragazze già bollate, processate e condannate da una campagna stampa senza precedenti. La procura di Milano ha chiesto e ottenuto il rito immediato, sostenendo che le prove erano schiaccianti. E qui c’è la prima bugia, altrimenti non si spiegherebbe la necessità di convocare 132 testimoni, un numero che non trova pari neppure nei grandi processi di terrorismo o mafia. Per puntellare il farneticante teorema, i pm hanno smosso mari e monti, usato sofisticate tecnologie, messo sottosopra le case e la vita privata di decine di ragazze, spiato tutti gli ospiti della residenza di Arcore.
Eppure il dibattimento si apre senza accusato, accusatore e vittime. Non c’è una parte lesa,qualcuno o qualcuna che accusi Berlusconi di violenza, molestia, abuso, né per il reato di prostituzione né per quello di concussione. In realtà di vittime questa farsa giudiziaria ne ha già fatte. Sono le persone coinvolte in uno scenario costruito ad arte per infangare. Senza nessuno scrupolo, i pm milanesi hanno messo agli atti testimonianze di mitomani che sostengono di aver incontrato nelle cene gli attori George Clooney e Belen Rodriguez,la conduttrice Barbara D’Urso, le politiche Mariastella Gelmini, Mara Carfagna e Daniela Santanchè. Sarebbero dovute bastare queste dichiarazioni, e due veloci verifiche, per archiviare il caso come una grande bufala. Alcuni di questi signori non hanno mai messo piede ad Arcore, altri non lo mettono da anni, altri ancora ci sono ovviamente stati per incontri politici ben documentabili. Ruby ha addirittura raccontato di essersi prostituita a Milano con il calciatore Cristiano Ronaldo quando questi stava giocando dall’altra parte del mondo.
Più che un processo, quello che si sta aprendo è un caso di macelleria mediatica. Foto private, sequestrate nei telefonini di alcune ragazze, spacciate come prova di festini ad Arcore quando si trattava invece di scatti fatti da tutt’altra parte. Frasi rubate da decine di migliaia di intercettazioni telefoniche che senza alcun riscontro sono state spacciate per verità giudiziarie.
La storia è assai più semplice. Una ragazza scaltra e irrequieta, Ruby, minorenne per l’anagrafe ma non nel corpo e nella testa, sostenendo di essere la nipote di Mubarak e mentendo sulla sua età, riesce ad avvicinare Berlusconi e frequenta alcune cene ad Arcore in compagnia di altre ragazze maggiorenni.
Dal presidente riceve aiuto per mettere in piedi una attività imprenditoriale (un centro estetico). Quando una notte viene arrestata per una lite con una coinquilina, Berlusconi chiama il funzionario per segnalare che c’è la possibilità, in assenza dei suoi genitori, di affidarla a una persona maggiorenne ( Nicole Minetti). Una prassi consentita dalla legge tanto che in quell’anno,2009,la Questura di Milano l’aveva adottata ben 57 volte. Un’inchiesta del ministero dell’Interno ha poi accertato che non fu compiuta alcuna irregolarità. Tutto il resto è semplice intrusione, per di più violenta, nella vita privata di persone maggiorenni, libere e consenzienti, qualsiasi cosa sia successa nelle cene e nei dopocena. Si può discutere su questioni di opportunità e stile, non di reati. La vera porcata non è quello che abbiamo letto fino ad ora, ma quella fatta da chi ha voluto tutto questo solo per fare cadere il governo. Il Giornale, 5 aprile 2011