BERLUSCONI: SE L’UE NON ESISTE, DIDIDIAMOCI.
Pubblicato il 10 aprile, 2011 in Politica estera | Nessun commento »
Il premier: “Se l’Ue non esiste dividiamoci”
«Un problema europeo». Silvio Berlusconi torna a Lampedusa e punta ancora una volta il dito contro l’Ue. La questione immigrazione, spiega infatti il Cavaliere, deve essere affrontata in sede comunitaria e con la partecipazione di tutti gli Stati membri. Un affondo, quello del premier, senza prese di posizione polemiche nonostante le frizioni delle ultime settimane non solo con Bruxelles ma anche con Parigi e Berlino. Ma comunque piuttosto netto, soprattutto perché arriva alla vigilia del Consiglio Gai – quello che riunisce i ministri dell’Interno dell’Ue – che si terrà domani a Bruxelles. Occasione in cui l’Italia proverà a ribadire – probabilmente senza successo vista la freddezza delle altre delegazioni – la necessità di risorse finanziarie aggiuntive per i Paesi più esposti. Secondo Berlusconi, infatti, il problema non è tanto «per gli immigrati clandestini che sono arrivati» ma «soprattutto per quelli che arriveranno» visto che la guerra in Libia va avanti. Insomma, «bisogna fare i conti con la realtà e con il fatto che l’Europa o è qualcosa di vero e di concreto oppure non è». «E allora – aggiunge il capo del governo – meglio ritornare a dividerci e ciascuno a inseguire le proprie paure e i propri egoismi».
Il premier parla anche dei rapporti con Francia e Germania. Quanto a Nicolas Sarkozy, dice, «buon senso vorrebbe che si raggiungesse presto un accordo» perché Parigi «deve rendersi conto che l’80 per cento di questi migranti dichiarano di voler raggiungere parenti e amici in Francia». Il Cavaliere, invece, è ottimista per quel che riguarda le perplessità tedesche sui permessi. E si dice sicuro che «la cancelliera Merkel non potrà che convenire sulla necessità di una politica di compartecipazione europea» nell’affrontare quello che è uno «tsunami umano». Secondo il premier, infatti, alcune prese di posizione sono motivate «da ragioni interne» legate al consenso dei propri elettori «ma poi alla fine si deve fare il confronto con la realtà».
Accolto tra gli applausi durante la sua visita a Lampedusa – prima è andato al molo che per giorni è stato occupato dai tunisini, poi al caffè storico dell’isola e infine alla spiaggia dei Conigli – Berlusconi rassicura i lampedusani («da lunedì cominceranno due voli regolari al giorno per il rientro in Tunisia») e non fa mistero del fatto che il piano del governo punta soprattutto sul «fattore psicologico» per fermare gli arrivi dal Nordafrica. «Immagino che quando in Tunisia si sarà venuti a conoscenza dei rimpatri da Lampedusa – spiega il premier – tutti coloro che hanno intenzione di venire qui si domanderanno se ne valga la pena. Credo non ne valga la pena». Il Cavaliere si dice poi convinto che il piano dell’esecutivo «ha trovato attuazione». «L’isola – spiega – si è svuotata da migranti cosiddetti residenti. Ad oggi ci sono quasi 600 persone, 250 somali ed eritrei, 350 tunisini. I tunisini accolti nel centro di prima accoglienza, da lunedì cominceranno i voli regolari, due al giorno, per il rientro in Tunisia». Anche gli ultimi arrivati – ieri sono infatti ripresi gli sbarchi a Lampedusa – saranno dunque rimpatriati.Berlusconi assicura poi che andrà avanti il «piano di promozione straordinaria» per l’isola con «un decreto per la moratoria fiscale». E «nel prossimo Consiglio dei ministri chiederemo la candidatura per Lampedusa per il Nobel della pace». C’è spazio anche per la querelle sulla villa acquistata sull’isola dal Cavaliere. «Ecco il contratto, la casa l’ho già acquistata», dice Berlusconi mostrando alle telecamere i documenti del l’acquisto – ancora non perfezionato – di Villa delle Palme. «Lo ha sottoscritto l’amministratore della mia società e la parte venditrice. Al momento del rogito – spiega – i proprietari non hanno potuto esibire l’atto di provenienza perché l’immobile sorge su terreno demaniale. La cosa, però, non è un problema perché potranno chiedere l’affrancamento pagando il dovuto». L’atto notarile, dunque, sarebbe rimandato solo di qualche settimana. «Mi ero impegnato ad essere lampedusano e tra poco lo sarò».