LO SGUARDO MITE DI TOTO’ “VASA VASA”
Pubblicato il 10 aprile, 2011 in Costume | Nessun commento »
Com’era serafico lo sguardo di Totò Cuffaro intervistato in carcere dopo lungo silenzio. E come erano teneri i suoi rimpianti politici. Fu salutato da un coro di ammirazione quando si consegnò docile ai giudici e accettò senza discutere la condanna e il carcere, dicendosi uomo delle istituzioni. Ma vi siete chiesti perché Cuffaro scelse di non ribellarsi ai giudici? Se lo fece perché riconobbe giusta la condanna per associazione mafiosa, come a dire «ho sbagliato ed è giusto che paghi», allora sì, ha fatto bene, ma la gravità del fatto commesso oscura la mite e rispettosa reazione alla condanna. Ma se non si sente colpevole di reati così pesanti, come ha detto, perché offrì i polsi alle manette senza batter ciglio? Forse perché i giudici, avrà pensato Totò, è meglio non prenderli di punta o per le corna. Anche per lui la magistratura è mossa da impulsi e furori ed è meglio assecondarli, mostrandosi mansueti, remissivi, sottomessi al suo potere… Così magari al prossimo giudizio non infieriscono: avete vinto, ora siate indulgenti. In quel caso, si è fatto agnello e colomba per un calcolo, furbo e comprensibile, da democristiano di vossìa. Ve lo ricordate in tv con la coppola o quando scriveva sui manifesti: la mafia mi fa schifo? Comunque ho sentito in giro tanti siciliani che lo rimpiangono; i suoi successori hanno i suoi stessi difetti senza averne i pregi e l’umanità. Mi hanno chiesto di dedicargli una copia del mio libro che gli avrebbero portato all’indomani in carcere; l’ho fatto volentieri anche perché, confesso, una volta Totò baciò pure me.
Di quel suo congedo prima di finire in carcere, a me è restato il lato umano, e anche puerile; la sua faccia disarmata, il tono dimesso della voce e quell’invocazione tenera alla Madonna. Le parole forse furono pronunciate per nascondere il pensiero o perché tornano utili alla causa; ma quei gesti, quel tono, quell’invocazione, erano veri, umani, venuti dal cuore, anche se magari servono pure a ingraziarsi la gente, i giudici e i media. Ma in quel momento sospendi ogni giudizio e ti lasci prendere dalla pietas. Per una volta avrei voluto baciarlo io, a Totò vasa vasa .
Il Giornale, 10 aprile 2011