E’ ORA DI FERMARE IL PARTITO DEI GIUDICI
Pubblicato il 13 aprile, 2011 in Giustizia, Politica | Nessun commento »
Oggi alla Camera c’è la partita che vale la stagione. Si vota per approvare la prescrizione breve agli incensurati, ma sarebbe riduttivo vederla solo così. Si vota per ripristinare l’autonomia del potere legislativo da quello giudiziario. Si vota per dire che finalmente nessuno si farà più intimidire dalle scorribande nella politica. Sì vota per decretare il fallimento del patto occulto tra Fini e la magistratura per disarcionare Berlusconi e il suo governo. Si vota per dimostrare che in democrazia comandano le maggioranze elette, non le lobby, le caste, i giornali, i santoni. E si vota anche per Silvio Berlusconi. E perché no? Non c’è il male nel fatto che una maggioranza difenda il suo leader dalla più spudorata e violenta aggressione giudiziaria della storia. Le opposizioni hanno fatto ieri e faranno oggi ostruzionismo leggendo in aula articoli della Costituzione, come atto estremo e solenne di difesa del Paese. Certo che al ridicolo non c’è limite.
D’Alema e Bersani martiri di chi? Della prescrizione breve, norma già in vigore in tutti i Paesi occidentali? La sinistra sta giocando sulla pelle della gente. La realtà è che, a fronte di una norma di civiltà, rischiano di saltare lo 0,2 per cento dei processi penali, nulla in confronto ai procedimenti che vanno già ora in prescrizione per la lentezza e l’incapacità di certi magistrati. Bersani e D’Alema laCostituzione dovrebbero leggerla sì, ma all’articolo che sancisce la libertà e la segretezza delle comunicazioni private tra cittadini, quello violato dalle intercettazioni telefoniche selvagge ordinate dalle procure per spiare la vita degli italiani. Dovrebbero leggerla, loro e Fini, nelle parti che stabiliscono l’autonomia e l’indipendenza del potere legislativo da quello giudiziario. Ma, soprattutto, mi chiedo che senso abbia che ex comunisti sventolino la Costituzione come se fosse cosa loro.
Per quarant’anni ne hanno tradito l’essenza, complottando occultamente contro l’Occidente, e quindi l’Italia, assieme (e finanziati) all’alleato Unione Sovietica. Se oggi siamo una democrazia è perché questi signori hanno perso e altri, in nome della Costituzione, hanno vinto. Cari compagni, la Costituzione non è il Libretto Rosso di Mao. Addirittura, come previsto da chi l’ha scritta, la si può cambiare. Che piaccia o no a voi, a Di Pietro e ai magistrati. Il Giornale, 13 aprile 2011