Da quasi tragedia a farsa. Roberto Lassini, il candidato consigliere comunale di Milano che Letizia Moratti non vuole più in lista («O me o lui») per via dei manifesti contro i giudici, sembra non possa fare un passo indietro. La legge elettorale non permetterebbe infatti modifiche alla lista dopo che questa è stata depositata in tribunale. E allora che fare? Pare che si vada verso la seguente soluzione: un impegno del reietto a dimettersi in caso di elezione.

In attesa di notizie certe, anticipo la mia intenzione: alle urne voterò entrambi, Moratti sindaco e Lassini consigliere. Mi sembra che i due possano tranquillamente convivere nel più grande partito popolare della Seconda Repubblica. Letizia Moratti ben rappresenta la testa del Pdl, e merita senza dubbi una riconferma. Lassini è invece portavoce della pancia del popolo berlusconiano, che non ha meno titoli e diritti di altre componenti. Chi pensa che questa sia una buona scelta, da oggi può associarsi

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.…………..Diciamolo francamente.  Il PDL sta paurosamente incamminandosi sulla strada rovinosa che già fu della Democrazia Cristiana, quella del centrosinistra e poi del compromesso storico che aprì la strada al suo dissolvimento, prima ancora che giudiziario, politico. Mi spiego. La Dc, più o meno nel suo generale insieme, salvo qualche onorevole distinguo, ogni qual volta la sinistra, di ogni tipo e sfaccettatura, montava in cattedra per criticare i singoli esponenti della DC, dagli anni 70 in poi, non ci fu mai una sola volta che la DC, nei suoi vertici o anche nei suoi singoli esponenti, salvo, come ho già detto qualche sporadico caso isolato, prendesse le difese dei suoi esponenti aggrediti dalla sinistra. Basterebbe rileggere le cronache giornalistiche di quei tempi per constatare quanto affermo. Questo atteggiamento rinunciatario, se non vile,  della DC,  ne indeboliì la struttura, sopratutto politica e morale, tanto che quando poi si trovò coinvolta in tangentopoli non possedeva più anticorpo capaci di reagire. Unico e ultimo sussulto di dignità  fu quello di Moro che, sia pure per difendere un suo pupillo, Luigi Gui, comunque un galantuomo, in Parlamento osò dire che “mai la DC si sarebbe fatta processare nelle piazze”. Vuoi per l’alta qualità morale di Moro, vuoi per i toni straordinari, considerati quelli a cui Moro aveva abituato i suoi interlocutori, nessuno osò “processare” Moro per quelle sue parole. Ma fu l’ultima volta che la DC ebbe un soprassalto di dignità e reagì al fuoco nemico, cioè al PCI che come sempre guidava l’orda aggressiva della sinistra contro  la DC e il centrismo. Come allora la DC, anche ora il PDL, sebbene si stringa, non foss’altro che per soppravvivere, intorno al presidente Berlusconi e faccia quadrato per impedirne la morte – politica -, ogni volta, però,  che di mezzo non c’è direttamente Berlusconi, singoli esponenti del PDL non esitano a “delegittimare” (aborrisco usare questo abusato verbo di natura comunista doc) i loro colleghi un pò più temerari. Prima di arrivare a Lassini, e solo per fermarmi a questi ultimi giorni: Larussa ha in Aula uno scatto (giustificato!) di nervi contro Fini? eccoti lo Scaiola di turno che inveisce contro Larussa con uno stentoreo “vergognoso” (ma lui è quello di Biagi e della casa al Colosseo, ben più vergognosi dello scatto di Larussa); Pisanu, ex consigliere del buon Zaccagnini, arruolato da Berlusconi nel 1994 e da questi resuscitato politicamente, ora da tempo in zona “critica” del PDL,  sottoscrive una lettera congiunta con Veltroni – PD –  per invitare Berlusconi a farsi da parte per dare vita a una nuova stagione di decantazione politica (sic); sul Corriere della sera la signora Stefania Craxi, che ama chiamare il suo papà non “papà” ma Craxi, col cognome,  dà del “vecchio” a Berlusconi che secondo lei dovrebbe uscire di scena prima di farsi ridere dietro… (salvo poi giustificarsi con la scusa che ciò che l’ha spinta ad insultare Berlusconi, senza del quale lei starebbe dov’è suo fratello Bobo, è il gran bene che gli vuole..chissà cosa avrebbe scritto e detto se gli avesse voluto un gran male….; ieri, non più tardi, un deputato del PDL ha presentato una proposta di legge mirata a riscrivere l’art 1 della Carta (vezzosamente anch’io non aggiungo Costituzionale perchè come è noto in Italia c’è solo lei di Carta….) per precisare che la nostra Democrazia ha nel Parlamento, liberamente eletto dal Popolo, in libere elezioni, la sua centralità….apriti Cielo da parte delle opposizioni che definiscono la proposta “eversiva”…addirittura…..ma non era la centralità del Parlamento che rivendicava il Pci (lo ha ricordato Cicchitto) negli anni 70 e sino a d oggi e più di recente non lo ha rivendicato in tutte le salse l’ex fascista Fini, quello che qualche anno addietro avrebbe  volentieri ripristinato il Gran Consiglio da sostituire al Parlamento? Ebbene  l’on Lupi, di solito uno dei migliori e dei più accorti dirigenti del PDL, ha chiuso la faccenda con un lapidario “occupiamoci delle cose serie”.  Eppure la riscrittura dell’art. 1 non modifica alcunchè nella sostanza in quanto, per esempio, il Capo dello Stato, l’attuale Napolitano come il defunto picconatore  Cossiga, è il Parlamento che li ha eletti in nome  e per conto del Popolo che a sua volta ha eletto il Parlamento. Quindi….E veniamo a Lassini. Io non voto a Milano ma se votassi a Milano io  voterei la preferenza a Lassini,  ad onta di tutto e anche  delle dichiarazioni della signora Moratti che a sua volta dimentica che a votarla e ad eleggerla (mi auguro) ci saranno migliaia e migliaia  di milanesi che la pensano esattamente come Lassini, a proposito non della Magistratura nel suo complesso, ma di alcuni magistrati militanti che usano la giustizia per fare politica. Lassini, poi, una qualche ragione per essere “arrabbiato” con la Magistratura pur ce l’ha, se è vero come è vero, che negli anni 90, quando arrestare un sindaco, specie se DC,  era uno sport cui taluni magistrati si dedicarono con notevole superficialità – e il caso Lassini lo dimostra – negli anni 90, dicevo, Lassini fu arrestato, tenuto in cella 45 giorni, processato e assolto con ampia e liberatoria sentenza perchè il fatto di cui era accusato non sussisteva e risarcito, poi, con appena 5 mila euro, mentre da una parte il Pm suo accusatore, senza prove, faceva carriera e lui, invece, s’era vista distrutta la vita e la carriera, perchè essere stato in carcere, sia pure da innocente, è un marchio che non ti toglie più nessuno. Chissà… se la signora Moratti avesse subito le stesse “attenzioni” riservate a Lassini, forse non sarebbe stata così drastica e draconiana nei suoi confronti, ingiungendogli di lasciare la lista, sebbene una volta in lista, dovrebbe saperlo la Moratti, lì rimane e se i milanesi dovessero votarlo, come gli auguro, Lassini comunque siederà in Consiglio comunale,ad onta di tutte gli sdegni e le indignazioni del mondo, che per essere vere devono riguardare tutti, anche il Presidente del Consiglio che è una istituzione dello Stato, al pari del Presidente della Repubblica e dei Presidenti delle due Camere, quella alta e quella bassa, nella quale, anche nel corso dell’ultimo voto,  s’è sentito un tal Di Pietro definire Berlusconi “coniglio” senza nè che il presidente della Camera sentisse il dovere di togliergli immediatamente la parola, nè si è appreso che l’indomani, dall’alto del più alto Colle il suo attuale inquilino stilasse un doveroso comunicato di sdegno e di indignazione, simile ai tanti che vengono emessi e che, come sempre quando abbondano, fniscono per perdere significato e valore. g.