Lo spartito originale di «Faccetta nera» del 1935Lo spartito originale di «Faccetta nera» del 1935

Nel mezzo delle polemiche sulla scuola che indottrina i ragazzi arriva dal Veneto un caso che aggiunge benzina sul fuoco: «Faccetta Nera» cantata a scuola, in una media del Vicentino, per iniziativa del professore di musica. La canzone simbolo della presenza «civilizzatrice» dell’Italia fascista in Abissinia, è stata proposta agli alunni della media di Pove del Grappa (Vicenza) nel corso di un programma multidisciplinare che prevede lo studio sul fascismo e la musica del Ventennio. Peccato che quando hanno sentito i figli provare a casa sullo spartito «Faccetta Nera», ma anche «Giovinezza» – come riferisce Il Mattino di Padova – alcuni genitori siano rimasti di stucco. Ora sono intenzionati a chiedere spiegazioni alla scuola, perché loro – spiegano – delle canzoncine del ventennio fascista nel programma non sapevano nulla. Si difende il professore di musica, Nicola Meneghini. Quelle canzoni, come anche Va’ Pensiero e la Leggenda del Piave studiate per il periodo della prima Guerra Mondiale, rientrano «in un ciclo di lezioni che hanno cercato di contestualizzare i periodi storici anche con la musica». «Conoscere non significa nè abbracciare nè sposare una causa – chiarisce la preside della scuola, Luisa Caterina Chenet – La cosa è stata contestualizzata. Non c’è alcun indottrinamento. La nostra è una scuola seria. Forse è stata una scelta culturale un po’ ingenua, ma l’insegnante non voleva certo sostenere alcuna posizione politica». Il docente di musica, però, già rilancia: per lo studio della seconda Guerra Mondiale i ragazzini troveranno sui banchi anche lo spartito di Lili Marlene». (Ansa)

….Sin qui la notizia così come l’ha diffusa l’ANSA e l’ha ripresa il Corriere della Sera di oggi. Ci domandiamo: si può censurare anche la musica che, come giustamente sottolinea l’insegnante, contribuisce a  raccontare una determinata epoca della storia italiana? E se si può censurare Faccetta nera che non era una canzone razzista, anzi era una canzone che accumunava i neri “occupati” ai bianchi “occupanti”, si dovrebbe anche censurare il Piave che era una canzone di guerra che può  per questo dispiacere i pacifisti. E poi c’è  la struggente  Lili Marlene,  che fu cantata dai soldati di tutto il mondo durante la seconda guerra mondiale, ma che fu lanciata dai microfoni della Germania nazista per voce della sua prima indimenticabile interprete, l’ungherese Lale Anderson, e poi cantata  dai microfoni degli alleati dalla più nota attrice di quei tempi, dalla bellissima Marlene Dietrich, tedesca,  a cui si è di certo ispirata la splendida e affascinante Serena Autieri quando l’ha  cantata qualche sera fa alla TV  nel corso di una delle trasmissioni di Vespa e Baudo dedicate all’Unità d’Italia. Insomma, non il è davvero caso di mescolare il sacro con il profano, la musica con i fatti accaduto durante il tempo in cui una certa musica, talvolta un brano, una canzone, sono andati di moda. Se così dovesismo fare dovremmo dimenticare e distruggere,  e non solo per la  musica, tanta parte della cultura del passato. g.