PAPA GIOVANNI PAOLO II: QUANDO L’INVISIBILE DA’ SPETTACOLO
Pubblicato il 1 maggio, 2011 in Costume | Nessun commento »
Non cercate lontano la prova della santità di Giovanni Paolo II. Non cercatela solo nei miracoli e nelle testimonianze di singoli. La prova immediata e vistosa della santità di Giovanni Paolo II fu davanti a un miliardo di persone. Fu un’immagine sacra e leggera, infinitamente ripetuta in tv. L’invisibile dette spettacolo di sé, in mondovisione. Ricordate? Milioni di persone in piazza e in video, più i prelati e i potenti della terra. E al centro del colonnato la nuda solitudine di una bara di cipresso e un libro che volteggia sulla nuda cassa, spiega le ali del Vangelo animate dal vento.
Come un gabbiano. Il vento lo portò via con sé. Resterà quell’immagine di vita e di morte a riassumere la cerimonia d’addio del Pontefice. Riaffiorerà oggi che Roma è invasa da tre popoli, pellegrini, festanti e manifestanti, devoti al Papa, al Concerto e al Sindacato. Giovanni Paolo II rese vivo il Vangelo durante il suo apostolato; vivo come quel libro che si apriva e si sfogliava su quella cassa di legno sguarnito, la papa-immobile, per il suo ultimo viaggio.
A vedere quel battito incessante di pagine, pensavi a chi le stava sfogliando, quasi a voler dare un ultimo sguardo riassuntivo prima di affrontare l’esame celeste. Un’anima sfogliava il Vangelo, si preparava per la Casa del Padre. Noi, i viventi, immobili davanti alle sue spoglie; lui, il morto, che animava le pagine in un acconto di resurrezione. Anche da morto il papa- con l’aiuto di un evangelico vento – fu comunicatore, occupò la scena da protagonista benché assente, lasciando in ombra il coro dei potenti attorno al suo feretro e le cerimonie liturgiche solenni.
Carisma e teatro convolarono insieme. Sembrava davvero l’anima di un Grande nell’atto finale di spiegare le ali e di salutare la terra. L’anima decollava, salutando i presenti. Poi la voce di Ratzinger cardinale, che ricordò a molti la voce di Karol Wojtyla; è ancora lui che parla tramite il suo prefetto, pensò la gente. Così fu, in fondo. Lo stesso ritmo e suono, quell’italiano e latino con inflessione nordeuropea, quell’elegante continuità di parola. In principio fu il Verbo. Il vento gli fu testimone. Verbum volat.