E ADESSO IL QUIRINALE FA OPPOSIZIONE DA SOLO, di Alessandro Sallusti
Pubblicato il 7 maggio, 2011 in Politica | Nessun commento »
Il presidente della Repubblica pretende che le nomine dei sottosegretari passino dal Parlamento. Altro che arbitro: il Quirinale non sopporta che Berlusconi vada avanti
Ci eravamo sbagliati. Non è vero che la sinistra è morta. Oddio, quella guidata da Bersani in effetti ormai è un fenomeno da baraccone che trova spazio e voce soltanto a Ballarò e ad Annozero. Ma ce n’è un’altra che non demorde. Non è il Pd e neppure Di Pietro. Ha sede operativa al Quirinale, dove il comunista Giorgio Napolitano sta portando da solo sulle sue spalle tutto il peso dell’opposizione. Il presidente non si dà pace che Berlusconi continui a governare nonostante tutto quello che gli è stato gettato addosso. E così ogni giorno se ne inventa una per minare, intralciare,boicottare l’azione della maggioranza. L’ultima è di ieri. Napolitano pretende, fatto inusuale, che le Camere votino le nomine dei nuovi sottosegretari scelti giovedì dal premier per fare spazio nel governo al nuovo gruppo dei Responsabili (quei parlamentari che, passando con la maggioranza, hanno sventato il blitz di Fini e Bocchino).
Di fatto Napolitano pretende che l’esecutivo si sottoponga a un nuovo voto di fiducia, sperando forse che il malumore dei deputati pidiellini per le nomine dei Responsabili giochi un brutto scherzo al Cavaliere. Ormai ci provano in tutti i modi: le scissioni, i processi, le spiate nella vita privata, la politica internazionale (a proposito di Libia: sarà una coincidenza, ma è stato proprio Napolitano a dare il via ai bombardamenti, ben sapendo che la Lega si sarebbe infuriata). Certo, dei deputati hanno cambiato schieramento. E allora? Da quando è successo Camera e Senato hanno già dato, tra diretti e indiretti, ben dieci voti di fiducia al governo. Non bastano? Stia tranquillo il Quirinale, arriverà anche l’undicesimo.
Ma quello che sorprende è che l’arbitro Napolitano fischia presunti falli contro la Costituzione solo quando crede e solo a senso unico. Prendiamo il caso Fini, eletto presidente della Camera da una maggioranza che ha rinnegato, che combatte e osteggia dentro e fuori l’aula. Vigliacco che il Quirinale abbia posto il problema a Fini e alla Camera. No, quel salto della quaglia che modifica assetti politici e istituzionali, per lui è moralmente e formalmente corretto. E che dire degli abusi commessi dai pm di Milano contro Berlusconi nell’inchiesta Ruby. Possibile che lui, capo supremo della magistratura, non abbia avuto nulla da dire sulle intercettazioni abusive e illegali fatte sul telefonino del primo ministro?
L’inquilino del Quirinale ormai è uomo di parte, questo è evidente. Del resto lo è sempre stato. Comunista convinto (votò a favore dell’invasione dell’Ungheria dei carri armati russi che fecero strage degli oppositori), fu eletto presidente della Repubblica con un blitz, e con i soli voti della sinistra. Diciamo che è uno che ha il senso della gratitudine, e ora sta ricambiando l’insperato regalo. Nei giorni scorsi ha spronato la sinistra a fare meglio e di più. Come dire: compagni, datevi una mossa e non lasciatemi da solo perché a una certa età fare l’opposizione a tempo pieno stanca. Alessandro Sallusti, Il Giornale, 7 maggio 2011
………….Sallusti, con la consueta franchezza, ha dato corpo ai nostri dubbi circa le reali intenzioni di Napolitano espressi a commento dell’editoriale di Sechi. A maggior ragione va usato il suggerimento di Sechi e pretendere che alla Camera la composizione delle Commissioni parlamentari sia in sintonia con la maggioranza che sostiene il Governo. Ad inziare dall’Ufficio di Presidenza dove grazie al tradimento e alla fellonia dei finiani la maggioranza espressa dal voto degli italiani a maggio del 2008 è stata ribaltata. Dica anche questo Napolitano e tornerenmo a dargli credito di buonafede. g.