Dopo la fiducia chiesta dal Quirinale sarà un diritto-dovere della maggioranza chiedere di rimescolare la composizione delle commissioni parlamentari dove oggi c’è una situazione paradossale nella quale i perdenti si trovano in immeritato vantaggio.

Giorgio Napolitano Di Mario Sechi

Mettiamola così: la richiesta di Napolitano è singolare rispetto ai meccanismi parlamentari. Ma al posto del centrodestra non me la prenderei perché lo stesso governo ha «innovato» la prassi costituzionale con qualche strappo, come scrive il nostro Perfetti nella pagina dei commenti. Di fronte alla richiesta del Colle, proverei a ragionare cercando di trarne il massimo vantaggio. Come? Il governo ha già affrontato dal 14 dicembre in poi (data della Waterloo di Fini) una serie di voti di fiducia, uno in più non cambia la situazione. Anzi, rafforza l’esecutivo e accende il semaforo verde per allargare la maggioranza senza rischiare lo «stop and go» con Napolitano. Dopo la fiducia chiesta dal Quirinale sarà un diritto-dovere della maggioranza chiedere di rimescolare la composizione delle commissioni parlamentari dove oggi c’è una situazione paradossale nella quale i perdenti si trovano in immeritato vantaggio.

Dopo lo strappo di Fli, il ritorno a casa di alcuni «scissionisti» e l’ingresso di deputati dell’opposizione, un voto di fiducia così motivato porta dritto al riequilibrio di tutti gli organismi parlamentari. Non si tratta infatti di una semplice e formale «presa d’atto» nei confronti dell’esecutivo, ma di un voto sulla «natura» stessa della nuova maggioranza. Si vota. E cambia tutto. Manovra in linea con quanto richiesto dalla prima carica dello Stato. Berlusconi avrà sempre la possibilità di cambiare squadra e anche di riscrivere la legge Bassanini. Niente è immodificabile. Il Quirinale ha posto dei paletti? Sì, ma a ben vedere sono un’occasione in più per rafforzarsi e lasciare la sinistra a lambiccarsi sul come giustificare un’altra dura sconfitta. Mario Sechi, Il Tempo, 7 maggio 2011

……………Ad essere maliziosi si potrebbe pensare che lo strano invito di Napolitano perchè alla nomina dei nuovi sottosegretari segua una verifica parlamentare per accertare che la “nuova”  maggioranza abbia il sostegno del Parlamento nonostante i tanti voti ottenuti nel frattempo dal 14 dicembre in poi, abbia come obiettivo proprio quello suggerito da Sechi, cioè la rivisitazione della composizione delle commissioni parlamentari (sopratutto alla Camera dei Deputati)  perchè essa, come è giusto, deve rispecchiare la composizione del Parlamento e assegnare la maggioranza dei componenti ai gruppi che sostengono il Governo per assicurarne il regolare e corretto funzionamento. Se tale retropensiero di Napolitano corrispondesse al vero ci troveremmo di fronte ad una rivoluzione copernicana di un presidente che per una volta usa le note quirinalizie a sostegno della maggioranza  che però non l’ha eletto. Purtroppo, però, al pensare bene si sovrappone l’esperienza che consiglia di non fidarsi troppo delle interpretazioni “pro domo propria”. Comunque il suggerimento di Sechi  non va tralasciato, usandolo anche per mettere al palo il  Fin Laden della Camera. g.